Daniele (profeta)

San Daniele
Michelangelo, Daniele, volta della Cappella Sistina (1511-1512)
 

Profeta

 
Venerato daTutte le Chiese che ammettono il culto dei santi
Ricorrenza21 luglio (per i cattolici)
17 dicembre (per gli ortodossi)
Attributirotolo della profezia
Patrono diminatori

Daniele (in ebraico דָּנִיּאֵל?, Daniy'el; fl. II secolo a.C.) è stato un profeta ebreo antico.

Il suo nome ha in ebraico il significato di "Dio giudica"; un nome simile si riscontra anche nella letteratura ugaritica per altre figure di saggi.

È il personaggio principale e l'apparente autore del Libro di Daniele, che narra vicende collocate temporalmente durante l'esilio di Babilonia a partire dal 605 a.C. Nel Canone ebraico il libro non è classificato fra i libri profetici, ma tra i Ketuvim. Daniele, invece, è considerato come l'ultimo dei quattro grandi profeti dell'Antico Testamento cristiano (ed è anche ritenuto santo dalle Chiese cristiane), perché il suo libro è ritenuto contenere profezie su Gesù Cristo.

La maggioranza degli studiosi contemporanei ritiene oggi che il libro di Daniele sia un'opera pseudoepigrafa scritta nel 165 a.C.[1] e attribuita convenzionalmente a un "Daniele (Dan'el)", figura proverbiale di saggio citata in alcuni testi ugaritici. Un "saggio Daniele" è citato anche nel Libro di Ezechiele, libro biblico del V secolo a.C.

  1. ^ "Benché si siano considerate due epoche redazionali (una più antica, per la prima parte, e l'epoca dei maccabei per la seconda), in realtà l'opera tutta intera, com'è allo stato attuale, è da attribuire al tempo dei maccabei. Diciamo:«allo stato attuale», lasciando aperta una possibile redazione parziale più antica", L. Monloubou, F.M. Du Buit, Dizionario Biblico, Borla, Città di Castello 1987, p. 257.

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