David Lindley

David Lindley
David Lindley nel 2013
NazionalitàBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
GenereRock
Country
World music
Country rock
Periodo di attività musicale1966 – 2023
Strumentovoce, chitarre, basso, banjo, mandolino, lap steel guitar, bouzouki e altri
EtichettaAsylum Records, Atlantic Records, Epic Records, RCA Victor Records, Shanachie Records
Sito ufficiale

David Perry Lindley (San Marino, 21 marzo 19443 marzo 2023) è stato un cantante e polistrumentista statunitense.

È conosciuto soprattutto per aver collaborato con Jackson Browne, Warren Zevon e altri artisti rock. Negli anni '60 ha fatto parte del gruppo Kaleidoscope. Ha collaborato anche con Linda Ronstadt, Curtis Mayfield, James Taylor, David Crosby, Graham Nash, Terry Reid, Bob Dylan, Rod Stewart, Joe Walsh, Leonard Cohen, Ry Cooder, Ben Harper e molti altri.

Nella sua lunga carriera ha suonato molti generi musicali, lavorando con artisti di varia provenienza come Curtis Mayfield e Dolly Parton. Ha utilizzato una tale quantità di strumenti che la rivista americana Acoustic Guitar si riferisce a lui non come "poli-strumentista" ma chiamandolo "maxi-strumentista" in un articolo del 2015 dedicato alla sua carriera.[1]

La maggior parte degli strumenti suonati da Lindley sono strumenti a corda. Tra gli altri (ma la lista non è esaustiva) suona la chitarra acustica ed chitarra elettrica, il basso e il contrabbasso, il banjo, la lap steel guitar, il mandolino, l'hardingfele, il bouzouki, la cetera, la bağlama, il gumbus, il charango, il cümbüş, l'oud, la chitarra weissenborn, e lo zither.

Lindley ha iniziato la sua carriera come membro della eclettica e pionieristica band degli anni '60 dei Kaleidoscope e in seguito ha formato il suo gruppo El Rayo-X. Ha messo a disposizione le sue capacità di musicista a numerosi altri artisti, sia in studio che in tour. Ha realizzato inoltre diverse colonne sonore di film per il cinema.

  1. ^ Paul Kotapish, BIG little MUSIC: The Weird and Wonderful World of String Wizard David Lindley, Acoustic Guitar Magazine, 2005, pp. Cover Story. URL consultato il 31 maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2009).

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