Imamato fatimide | |
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Dati amministrativi | |
Nome completo | Imamato Fatimide |
Nome ufficiale | الإﻣﺎﻣـة ﺍﻟﻔﺎﻃﻤﻴـة |
Lingue ufficiali | Arabo |
Lingue parlate | arabo, copto, ebraico |
Capitale | Il Cairo |
Politica | |
Forma di Stato | Califfato |
Forma di governo | Monarchia assoluta teocratica ereditaria |
Nascita | 910 con ʿUbayd Allāh al-Mahdī |
Causa | Assunzione del potere |
Fine | 1171 con al-ʿĀḍid li-dīn Allāh |
Causa | Estinzione dinastica nella sua linea maschile |
Territorio e popolazione | |
Economia | |
Valuta | dinar |
Commerci con | mar Mediterraneo, oceano Indiano |
Religione e società | |
Religioni preminenti | Islam sunnita |
Religione di Stato | Sciismo ismailita |
Religioni minoritarie | Cristianesimo, Ebraismo |
Classi sociali | ʿĀmma (sudditi senza particolare eccellenza di censo o professione), Khaṣṣa (élite censuaria, amministrativa e militare), militari semplici e schiavi |
Evoluzione storica | |
Preceduto da | Aghlabidi, Ikhshididi |
Succeduto da | Ayyubidi |
La dinastia fatimide, araba di origine e sciita ismailita di fede, nacque nel X secolo con la vittoria ai danni dei sunniti Aghlabidi e, fino al XII secolo, governò con maggiore o minore autorità il Maghreb (nei confini di quella che i geografi musulmani chiamarono Ifriqiya), l'Egitto, buona parte della Siria e parte dell'Arabia, con le due Città Sante di Mecca e Medina.
I loro governanti furono sostanzialmente assimilabili ai califfi ma preferirono sempre sottolineare la sacralità del loro missione di riunificare tutto il mondo islamico sotto la loro guida, assumendo il termine di Imām.[1]
Essi furono:
Nel 1171 l'Imamato fu dichiarato estinto per l'assenza di eredi maschi e il loro dominio tornò nell'ambito del sunnismo per opera di Saladino, vassallo di Norandino prima di rivendicare la sua assoluta indipendenza dalla dinastia zengide.