La dissoluzione dell'Impero austro-ungarico fu un importante evento geopolitico che si verificò a seguito della crescita delle contraddizioni sociali interne e della secessione delle diverse parti dell'Austria-Ungheria. La ragione del crollo dello stato fu la prima guerra mondiale, il fallimento del raccolto del 1918 e la crisi economica. La Rivoluzione d'ottobre del 1917 e i pronunciamenti di pace wilsoniani dal gennaio 1918 in poi incoraggiarono il socialismo da un lato e il nazionalismo dall'altro, o alternativamente una combinazione di entrambe le tendenze politiche, tra tutti i popoli della monarchia asburgica.[1]
I territori abitati da popoli divisi rientrarono nella composizione degli stati esistenti o di nuova formazione. Da un punto di vista giuridico, il crollo dell'impero fu formalizzato dall'Austria nel trattato di Saint-Germain-en-Laye, che agì anche come trattato di pace dopo la prima guerra mondiale, e dall'Ungheria nel trattato di Trianon.