Il divenire, inteso come mutamento, movimento, scorrere senza fine della realtà, perenne nascere e morire delle cose, è stato uno dei concetti filosofici più importanti su cui si sono contrapposte visioni ontologiche di tipo statico (come quella eleatica) e di tipo dinamico (come quella eraclitea e dell'atomismo leucippeo).
Il termine divenire [dal latino devĕnire composto di de (prep. che indica moto dall'alto) e venire (venire) quindi propriamente "venir giù"] in filosofia implica un cambiamento non solo nello spazio, come nel significato originario, ma anche nel tempo.[1]