Dizione della lingua italiana

La dizione della lingua italiana è la dizione e pronuncia delle parole della lingua italiana, con riferimento, se non altrimenti specificato, alla varietà derivata dal fiorentino e tradizionalmente individuata come standard.

La pronuncia "standard" o neutra di una parola italiana non viene quasi mai insegnata a scuola, anche se è solitamente riportata nei dizionari. Nel territorio dello Stato italiano e nei territori italofoni esteri sono tuttavia sovente usate, in particolare dai madrelingua, pronunce delle parole italiane non afferenti allo standard.

La maggior parte delle regole ortoepiche riguarda le vocali toniche e / o, la cui pronuncia aperta o chiusa può talvolta determinare una differenza di significato, ed alcune consonanti quali la s e la z. Sono in genere le origini latine del vocabolo a determinare il grado di apertura o di chiusura. Come ogni parola che termina in -endo, -ente (derivata dalle terminazioni latine -ĕndo, -ĕnte) presenta una vocale aperta, così le vocali derivanti da una vocale chiusa (come legno, da lignum, o messa, da missa) ereditano la medesima caratteristica. Come in latino, inoltre, le parole che terminano in consonante hanno in genere una vocale tonica aperta.

Principi eufonici univoci regolano la maggior parte delle parole della lingua, con un numero di eccezioni e casi controversi nell'ordine di poche centinaia, sugli oltre 150 000 vocaboli comunemente utilizzati che compongono la lingua italiana. In alcuni casi l'apertura o chiusura della vocale distingue due termini, determinandone il significato, come per i due omografi, ma non omofoni, pèsca (il frutto) e pésca (l'azione).


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