Ducato originario

Il Regno dei Franchi Orientali nell'anno 962[1]

     Ducato di Sassonia

     Ducato di Lotaringia

     Ducato di Franconia

     Ducato di Svevia

     Ducato di Baviera

I ducati originari (in tedesco Stammesherzogtum e in inglese Stem duchies) erano le principali circoscrizioni del regno dei Franchi Orientali tra il X e il XII secolo. Nel corso dell'VIII secolo, i Carolingi avevano annesso al regno franco gli originali ducati tribali (regna), alcuni dei quali erano già tributari del regno dei merovingi. Questi cinque ducati originari furono: Baviera, Franconia, Lotaringia, Sassonia e Svevia.[2]

Alla fine del IX secolo, col declino dell'Impero carolingio, questi ducati o regna vennero governati dalla più alta aristocrazia tedesca, che alla morte di Ludovico il Fanciullo cercò di affermare il proprio diritto a eleggere il monarca tedesco, richiamando in maniera diretta il loro legame con le antiche entità tribali come fondamento della legittimità del loro potere. I ducati originari rimasero i principali attori politici del regno di Germania con le dinastie sassone e salica, sia in veste di alleati che di potenziali rivali del sovrano. La situazione venne mutata nel 1180 da Federico Barbarossa, sovrano della casata sveva degli Hohenstaufen, che decise di frazionare i ducati più potenti per contenere la potenziale minaccia al suo potere che essi continuavano a rappresentare.

Per indicare questi ducati gli storiografi tedeschi della alla metà del XIX secolo crearono il vocabolo Stammesherzogtum (Stamm significa "tribù", in riferimento alle tribù germaniche; Herzogtum è "ducato" in tedesco), che nel XX secolo portarono alla coniazione in ambito anglosassone del termine Stem duchy, divenuto di uso convenzionale nella storiografia di lingua inglese.[3][4] Tuttavia, questi appellativi sono stati oggetto di critica, in quanto essi non compaiono mai nelle fonti medievali, ma sono strettamente legati alla storiografia di stampo nazionalista tipica del Romanticismo e della Belle Époque.

  1. ^ Nella carta il ducato di Baviera include la Marca di Verona (comprendente anche le marche del Friuli, d'Istria e di Trento), che però apparteneva al Regno d'Italia.
  2. ^ See Donald C. Jackman, The Konradiner: A Study in Genealogical Methodology, 1990, p. 87, citing Hans-Werner Guetz, "Dux" und "Ducatus." Begriffs- und verfassungsgeschichtliche Untersuchungen zur Enstehung des sogenannten "jüngeren Stammesherzogtums" an der Wende vom neunten zum zehnten Jahrhundert, 1977.
  3. ^ Ephraim Emerton, Mediaeval Europe (814-1300), 1903; "Revival of the Roman Empire on a German Basis, 888–950" pp. 89–114; Emerton utilizza la parola inglese stem nel suo senso arcaico di "razza, antenati" (Webster's (1828): "una razza o generazione di progenitori"; Oxford Dictionaries Archiviato il 13 settembre 2016 in Internet Archive.: "(arcaico o letterale) La principale linea di discendenza di una famiglia o nazione"). "We may fairly think of the German kingdom under Henry I as a federation of five distinct stems, each far more conscious of its stem-unity than of its share in the unity of the nation" (p. 105); "All five stems were represented [at the election of Conrad II in 1024] by their leading men, not yet, so far as we know, by any well-defined process of representation, but only in pursuance of the ancient Germanic principle that every man who carried a sword had a right to speak on matters of the public weal." (p. 175)
  4. ^ "Germany consisted in 911 of the five tribal, or, as the Germans call them, 'stem' (Stamm), duchies of Saxony, Franconia, Bavaria, Swabia, and Lorraine. [...] The people of the various 'stem' duchies showed characteristic traits also in culture and language. And though the tribal duchies had lost their political role in German history by the thirteenth century and had been replaced by other and usually smaller regional units, their tribal dialects and folklore have survived to the present day and even now act as strong forces toward cultural diversity. In this respect, 'Teutonic' Germany has had a thousand years of historical unity." Hajo Holborn, A History of Modern Germany: The Reformation, 1982, p. 4.

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