Ebraismo ortodosso

Ebrei ortodossi oscillano avanti e indietro durante la preghiera del mattino.
Sinagoga ashkenazita di Safed, Israele.

Ebraismo ortodosso è la denominazione più antica e maggioritaria dell'ebraismo rabbinico. Gli ebrei ortodossi sono quelli che seguono più strettamente e si attengono con maggior fedeltà alle leggi della Torah scritta e di quella orale,[1] ricevute, secondo la tradizione ebraica, da Mosè direttamente da Dio sul monte Sinai nell'anno 2448 del calendario ebraico.

Il termine è stato coniato in seguito alle nuove forme di ebraismo venutesi a creare dall'inizio del XIX secolo. Oggigiorno il termine ortodosso si riferisce alla legge, alla tradizione e alla religione ebraica rimaste immutate nei secoli. È un approccio al Giudaismo che aderisce alle interpretazioni ed applicazioni tradizionali delle leggi della Torah come statuite dal Talmud secondo il Sinedrio ("Torah orale") e successivamente sviluppate e seguite dalle autorità note come Gaonim, Rishonim e Acharonim, (cfr. Ere rabbiniche). Gli ebrei ortodossi sono chiamati anche "ebrei osservanti"; l'ortodossia è nota inoltre come "Ebraismo della Torah" o "Ebraismo tradizionale". L'ebraismo ortodosso si riferisce usualmente all'Ebraismo Ortodosso Moderno e all'ebraismo Haredi o chassidico ma di fatto include una vasta gamma di credenze.

  1. ^ C. S. Liebman in M. Eliade (a cura di). Enciclopedia delle Religioni, Vol. VI: Ebraismo, pp. 193-194. Jaca Book, Milano 2003, ISBN 88-16-41006-X.

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