Eccidio di Lechemti

Eccidio di Lechemti
Ricostruzione dell'eccidio
(Le Pèlerin, 26 luglio 1936)
Data26-27 giugno 1936
LuogoLechemti
StatoBandiera dell'Etiopia Impero d'Etiopia
Coordinate8°57′51″N 36°40′02″E
ObiettivoSpedizione italiana a Lechemti
ResponsabiliAllievi della scuola militare di Olettà
Conseguenze
Morti12
Sopravvissuti3

L'eccidio di Lechemti[1] o eccidio di Bonàia[2] è stato un attacco compiuto nella notte tra il 26 e il 27 giugno 1936 da un gruppo di guerriglieri etiopici nei confronti di una spedizione militare aerea italiana, guidata dal generale Vincenzo Magliocco, accampata sull'aviosuperficie di Bonàia, nei pressi di Lechemti, nella regione occidentale dell'Etiopia[3].

L'obiettivo della missione militare era quello di convincere un capo oromo, il degiac Hapte Mariam, di stanza a Lechemti, a sottomettersi alle forze italiane al fine di costituire un presidio italiano nella regione ovest, che agevolasse la conquista italiana dell'Etiopia occidentale. Tutti i membri italiani della missione (fra cui si ricorda l'asso dell'aviazione Antonio Locatelli) rimasero uccisi durante un attacco notturno operato dai giovani allievi della scuola militare di Olettà, fedeli ad Hailé Selassié. I militari italiani furono in seguito decorati con la medaglia d'oro al valor militare. Alla strage sopravvisse solo padre Mario Borello, forse il maggiore ispiratore della missione, il quale aveva in precedenza preso contatti con lo stesso Hapte Mariam, e che convinse il viceré Rodolfo Graziani a intraprendere la spedizione[4].

  1. ^ Scritto anche Lekemti o Lekempti
  2. ^ Filmato audio Inaugurazione del monumento ai caduti di Bonaia (Giornale Luce B1463), su YouTube, Istituto LUCE, 15 febbraio 1939. URL consultato il 26 settembre 2017.
  3. ^ Alberto Baldini, Lechemti, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1938. URL consultato il 24 settembre 2017.
  4. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore DelBoca29

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