L'economia socialista di mercato (社會主義市場經濟T, 社会主义市场经济S, Shèhuìzhǔyì Shìchǎng JīngjìP) è il sistema economico e modello di sviluppo impiegato nella Repubblica Popolare Cinese secondo la dottrina del socialismo con caratteristiche cinesi. Il sistema si basa sulla predominanza della proprietà pubblica e delle imprese statali all'interno di un'economia di mercato integrata con il sistema sociale di base del socialismo, consentendo al mercato di svolgere un ruolo decisivo nell'allocazione efficiente delle risorse sotto il macro-controllo degli Stati socialisti e attraverso leve di prezzo e meccanismi di concorrenza.[1][2] Permette alle attività economiche cinesi di seguire i requisiti della legge del valore, di adattarsi ai cambiamenti nel rapporto tra domanda e offerta e di utilizzare il mercato per rispondere ai vari segnali economici.[2]
Nata all'interno delle riforme economiche cinesi avviate nel 1978 con Deng Xiaoping che hanno integrato la Cina nell'economia di mercato globale, l'economia socialista di mercato rappresenta la fase primaria del socialismo cinese.[3] Il termine "economia socialista di mercato" è stato introdotto da Jiang Zemin durante il XIV Congresso nazionale del Partito Comunista Cinese nel 1992 per descrivere l'obiettivo delle riforme economiche della Cina.[4][5][6][7][8]
I sostenitori di questo modello economico lo distinguono dal socialismo di mercato che ritiene la pianificazione economica irraggiungibile, indesiderabile o inefficace. I sostenitori dell'economia socialista di mercato vedono i mercati come una fase temporanea nello sviluppo di un'economia completamente pianificata.[9] Molti commentatori descrivono invece il sistema come una forma di capitalismo di Stato.[10][11][12]