Elettrocardiogramma

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Elettrocardiogramma
Procedura medica
Schema di un elettrocardiogramma: onda P, intervallo PR, complesso QRS, segmento ST, onda T, onda U, intervallo QT
Ritmo sinusale normale
TipoCardiologica
Classificazione e risorse esterne
ICD-10R94.31
ICD-989.52
MeSHD004562
MedlinePlus003868
Sinonimi
ECG, EKG

L'elettrocardiogramma (denotato con la sigla ECG o EKG[N 1]) è una tecnica medica consistente nella riproduzione grafica dell'attività elettrica del cuore registrata sulla superficie del corpo, in particolare del corpo umano.

Sulla superficie del corpo umano (come in tutti gli animali dotati di muscolo cardiaco), in particolare a livello del tronco, sono presenti campi elettrici di bassa intensità che sono principalmente dovuti alle periodiche depolarizzazioni e ripolarizzazioni del cuore.[3] I potenziali elettrici prodotti dal muscolo cardiaco sono la somma di minime differenze di potenziale generate dalle singole cellule muscolari cardiache.[4] Queste piccole tensioni sono registrabili attraverso un apparecchio denominato elettrocardiografo, modificato e migliorato da Willem Einthoven e Étienne-Jules Marey nel 1903 per derivazione diretta da un galvanometro a corda.[4] Molte delle regole fissate da Einthoven sussistono in epoca moderna e costituiscono la base per interpretare molti aspetti dell'attuale ECG.[4]

Grazie alla conversione dell'energia elettrica in energia meccanica,[3] le variazioni elettriche producono il movimento di un "meccanismo o sistema scrivente".[5] L'energia elettrica è adeguatamente amplificata in modo da poter trascrivere escursioni abbastanza ampie che consentano la registrazione di un segnale leggibile. Le deflessioni vengono impresse su carta, che si muove a velocità costante a contatto con il sistema che riporta sulla carta le onde registrate in funzione del tempo.[6] Contemporaneamente all'oscillazione verticale delle linee prodotte dalle variazioni di potenziale, la carta scorre verso sinistra.[5] Questa sincronizzazione permette di riportare il movimento verticale su un piano orizzontale, registrando le oscillazioni in rapporto alla loro durata nel tempo.[3]

Nell'ECG a 12 derivazioni, quattro elettrodi sono posizionati sugli arti del paziente e sei sulla superficie del torace. Quindi il potenziale elettrico complessivo del cuore viene misurato in dodici punti ("derivazioni") e viene registrato per un determinato periodo di tempo, in genere dieci secondi.[7] In questo modo, l'ampiezza e la direzione generali della depolarizzazione elettrica del cuore vengono catturate in ogni momento e per tutto il ciclo cardiaco.[8]

L'elettrocardiogramma è usato per numerosissimi scopi clinici.[3] Tra i più frequenti vi sono: misurare la frequenza e il ritmo dei battiti cardiaci, verificare le dimensioni e la posizione delle camere cardiache (ad esempio nella destrocardia), individuare la presenza di possibili danni al miocardio o al sistema di conduzione, controllare gli effetti indotti dai farmaci e verificare la buona funzionalità di un pacemaker.[9]

Spiegazione video:
1) ECG con indicazione dell'origine cardiaca del QRS;
2) cellule cardiache depolarizzate;
3) onde positive o negative in base all'attraversamento della corrente nel dipolo;
4) rappresentazione schematica delle derivazioni;
5) mappatura delle regioni del cuore sull'ECG.
  1. ^ Definizione inglese, EKG. Dizionari online Oxford Archiviato il 15 febbraio 2018 in Internet Archive.
  2. ^ (EN) AMA Manual of Style: A Guide for Authors and Editors, su amamanualofstyle.com. URL consultato il 21 febbraio 2018 (archiviato il 24 febbraio 2018)
  3. ^ a b c d Phillips-Feeney, pp. 18-20.
  4. ^ a b c Scheidt, p. 7.
  5. ^ a b IPASVI Enna, L'Elettrocardiogramma (PDF), su ipasvienna.it, pp. 12-16. URL consultato il 6 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 28 aprile 2018).
  6. ^ IPASVI Enna, L'Elettrocardiogramma (PDF), su ipasvienna.it, pp. 72-83. URL consultato il 6 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 28 aprile 2018).
  7. ^ Scheidt, pp. 8-9.
  8. ^ ECG- semplificato. Aswini Kumar M.D., su lifehugger.com, LifeHugger. URL consultato il 6 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2017).
  9. ^ Braunwald,  p. 108.


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