Enrico II di Ventimiglia

Enrico II di Ventimiglia (1230 circa – 1308) fu Vicario generale nella Marca anconitana e Ducato di Spoleto, per conto di Manfredi di Svevia, e uno dei principali organizzatori del Vespro siciliano.

Lo scudo araldico dei Ventimiglia - di rosso al capo d'oro - con l'apposizione delle armi degli Altavilla re di Sicilia, per il matrimonio di Enrico II con Isabella contessa di Geraci.

Enrico era figlio del conte Filippo di Ventimiglia e di Aldisia da Manzano, signora di Carrù,[1] e fu Conte di Ventimiglia, del Maro, Geraci e di Ischia, Signore di Collesano, Gangi e delle Petralie, Signore di Gratteri, Isnello, Castel di Lucio, Ipsigro, Fisauli, Belici, Montemaggiore e Caronia. Enrico fu inoltre il fondatore della terra di Castelbuono e ne iniziò a erigere il castello. Espropriato dai feudi sia in Sicilia sia in Liguria da Carlo I d'Angiò, ne ottenne il riconoscimento e la restituzione con l'appoggio di Federico III di Aragona e della Repubblica di Genova. Fu ambasciatore degli Aragonesi di Sicilia a Genova nel 1300.

  1. ^ Giuseppe Maria Pira, Storia della città e Principato di Oneglia, Genova 1847, 1., p. 260- 267.

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