Epaminonda

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Epaminonda
Ἐπαμεινώνδας
Statua di Epaminonda, copia di un'opera dello scultore fiammingo del XVIII secolo, Peter Scheemakers, conservata al "The Temple of Ancient Virtue" presso la Stowe House
NascitaTebe, 418 a.C.
MorteMantinea, 362 a.C.
Dati militari
Paese servitoTebe
Lega beotica
Forza armataEsercito tebano
Gradobeotarca
generale tebano
Guerreguerre dell'egemonia tebana
BattaglieBattaglia di Leuttra (371 a.C.)
Battaglia di Mantinea (362 a.C.)
Nemici storiciSparta
Innovazionifalange obliqua
vedi bibliografia
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Epaminonda (in greco antico: Ἐπαμεινώνδας?, Epameinṑndās; Tebe, 418 a.C.Mantinea, 362 a.C.) è stato un politico e militare tebano.[1]

Grazie a Epaminonda, Tebe uscì dal dominio di Sparta, assumendo così una posizione di maggior grado nella politica greca: egli sbaragliò la potenza militare spartana grazie alla sua vittoria a Leuttra e liberò gli Iloti della Messenia, un gruppo di abitanti del Peloponneso che era stato schiavo degli Spartani fin dalla sconfitta nelle guerre messeniche dell'VIII secolo a.C.

Epaminonda ridisegnò la mappa politica della Grecia, sciolse antiche alleanze, ne creò altre e controllò la costruzione di intere città. Fu l'artefice, insieme a Pelopida, dell'egemonia tebana; a lui si devono anche le innovazioni tattiche militari adottate dall'esercito tebano, come la falange obliqua e l'ordine obliquo d'attacco dell'ala sinistra.

L'oratore romano Cicerone lo chiamò "il primo uomo della Grecia"[2] e Michel de Montaigne lo giudicò uno dei tre "uomini più valorosi ed eccellenti" che siano mai esistiti,[3] ma Epaminonda è piombato in una relativa oscurità in tempi moderni. I cambiamenti da lui portati nell'ordine della politica greca non gli sopravvissero a lungo, e il ciclo delle effimere egemonie e alleanze continuò senza sosta: infatti, solo ventisette anni dopo la sua morte, Tebe fu distrutta da Alessandro Magno, che la puní per il rifiuto della città di sottometterglisi. Così Epaminonda, al suo tempo lodato come un idealista e un liberatore, oggi è ricordato per le sue campagne militari (dal 371 al 362 a.C.), che minarono la forza delle grandi potenze greche e, di fatto, spianarono la strada alla conquista macedone.

  1. ^ Epaminonda, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 12 agosto 2014.
  2. ^ Cicerone, Tusculanae disputationes, I, 2.
  3. ^ Michel de Montaigne, Saggi, II, 36.

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