Epatite A | |
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Un caso di ittero dovuto all'epatite A | |
Specialità | infettivologia |
Eziologia | Infettiva |
Sede colpita | Fegato |
Classificazione e risorse esterne (EN) | |
ICD-9-CM | 070.0 e 070.1 |
ICD-10 | B15 |
MeSH | D006506 |
MedlinePlus | 000278 |
eMedicine | 177484 e 964575 |
Sinonimi | |
Epatite infettiva | |
L'epatite A (in precedenza nota come epatite infettiva) è una malattia infettiva acuta del fegato causata dal virus dell'epatite A (HAV).[1] Molti dei casi presentano pochi o nessun sintomo, soprattutto nei soggetti giovani.[2] Per chi li sviluppa, il tempo tra l'infezione e il manifestarsi dei sintomi è tra le due e le sei settimane[3] e questi possono comprendere nausea, vomito, diarrea, ittero, febbre e dolore addominale.[2] Dal 10% al 15% delle persone sperimentano una ricorrenza dei sintomi durante i sei mesi successivi all'infezione iniziale.[2] Può raramente verificarsi un'insufficienza epatica acuta, evento più comune negli anziani.[2]
Solitamente l'epatite A si diffonde per via oro-fecale, ossia mangiando o bevendo cibi o acqua contaminati da feci infette.[2] Molluschi che non sono stati sufficientemente cotti, come le cozze, sono una fonte relativamente comune.[4] Il virus può anche essere diffuso attraverso il contatto con una persona contagiosa, ad esempio condividendo lo stesso bagno senza la necessaria igiene delle mani oppure anche per via sessuale, attraverso rapporti sessuali oro-anali.[2] I bambini spesso non presentano sintomi quando vengono infettati sono però in grado di infettare gli altri.[2] Dopo una singola infezione l'individuo acquisisce una immunità per il resto della sua vita.[5] La formulazione della diagnosi prevede l'esame del sangue, in quanto i sintomi sono simili a quelli di molte altre malattie.[2]
Il vaccino antiepatite A è efficace per la prevenzione.[2][6] Alcuni paesi lo raccomandano di routine per i bambini e per gli individui a più alto rischio che non sono stati precedentemente vaccinati.[2][7] La somministrazione di una dose di vaccino sembra essere efficace per tutta la vita.[2] Altre misure preventive comprendono il lavaggio delle mani e la corretta e completa cottura dei cibi.[2] Al 2014 non esiste un trattamento specifico; generalmente vengono consigliati il riposo e, a seconda delle necessità, l'assunzione di farmaci contro la nausea e la diarrea.[2] Le infezioni di solito si risolvono completamente e senza che vi sia un danno al fegato.[2] Se si dovesse incorrere in un caso di insufficienza epatica acuta, l'unico trattamento possibile è il trapianto di fegato.[2]
A livello globale, circa 1,5 milioni di casi sintomatici si verificano ogni anno[2], mentre le infezioni si stima possano arrivare a qualche decina di milioni.[8] La malattia è più comune nelle regioni del mondo con scarsità di norme igieniche e con la difficoltà ad accedere a fonti d'acqua non contaminate.[7] Nei paesi in via di sviluppo circa il 90% dei bambini rimangono infettati prima dei 10 anni e quindi risultano immuni in età adulta.[7] Nel 2010, le infezioni acute da epatite A hanno provocato 102.000 morti nel mondo.[9]