Errore giudiziario

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Motivo: voce che, tranne i paragrafi appena aggiunti (fonti Imposimato e Donati), è interamente tradotta da en:Miscarriage of justice e assume perciò tale categoria a paradigma dell'errore giudiziario. Si tratta però di categoria pertinente alla teoria del diritto di uno o più ordinamenti di common law e non necessariamente accolta altrove. Ciò produce la distinzione tra «errore di primo e di secondo tipo», irrintracciabile nella dottrina italiana, e un'elencazione di casi di errore afferenti di nuovo ai suddetti ordinamenti e parzialmente sconosciuti in altri (si veda ad esempio il riferimento al «condizionamento della giuria»). Sono aspetti locali trattati per generali.

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L'errore giudiziario consiste nella divergenza tra un fatto storico e il suo accertamento processuale, dovuta a fattori che alterano il quadro probatorio o la sua valutazione, e quindi la ricostruzione del fatto stesso. Tali fattori, intenzionali o no (ad esempio le prove possono essere inquinate dagli autori del fatto, ma anche raccolte in modo inaccurato dagli inquirenti, mal formate a causa di errori testimoniali o mal interpretate dal giudice), fanno sì che la sentenza consacri una verità processuale difforme dalla verità storica, e produca perciò conseguenze ingiuste.^[1]

Ciò è rilevante soprattutto quando, nel processo penale, l'errore giudiziario determina la condanna dell'innocente, che viene così ingiustamente privato della libertà con la reclusione o addirittura, negli ordinamenti dove vige la pena di morte, della vita.

L'errore giudiziario discende di massima da una falsa credenza del giudice sui fatti oggetto del processo,^[2] sebbene possa anche darsi che egli si renda conto dell'ingiustizia ma non possa porvi rimedio, essendo tenuto a pronunciare sentenza in base alle risultanze processuali e non alle proprie intime convinzioni.^[3]

Molti sistemi giudiziari hanno una diversa procedura di archiviazione di un caso. La circostanza estrema per la quale una sentenza, in seguito ad un errore giudiziario, non può più essere modificata, è il decesso dell'imputato. Peraltro l'ordinamento italiano prevede la possibilità di rimediare ad un errore giudiziario anche dopo la morte del condannato: il procedimento di revisione di sentenza di condanna definitiva può essere promosso anche da un erede o da un prossimo congiunto del condannato che sia deceduto (art. 632 codice di procedura penale).