Ferrovia Roma-Civita Castellana-Viterbo

Roma-Civita Castellana-Viterbo
Ferrovia Roma Nord
Stati attraversatiBandiera dell'Italia Italia
InizioRoma
FineViterbo
Attivazione1932
GestoreASTRAL
Precedenti gestoriSTFE (1906-1921)
SRFN (1921-1970)
STEFER (1970-1976)
A.CO.TRA.L. (1976-1993)
CO.TRA.L. (1993-2000)
Metroferro (2000-2001)
Met.Ro. (2001-2010)
ATAC (2010-2022)
Lunghezza102 km
Scartamento1435 mm
Elettrificazione3000 V CC
DiramazioniRaccordo per Fabrica di Roma FS (sulla ferrovia Civitavecchia-Orte)
Ferrovie

La ferrovia Roma-Civita Castellana-Viterbo[1] (indicata con le abbreviazioni RCV o FC3 e nota anche come ferrovia Roma Nord) è una ferrovia italiana ex concessa che collega la stazione di Piazzale Flaminio, a Roma, con la stazione di Viterbo via Civita Castellana.

Inaugurata nel 1932, la linea è lunga complessivamente 102 km ed è suddivisa in due tratte: la tratta urbana (con 15 stazioni e lunga 12 km), che svolge il servizio di una metropolitana, collega piazzale Flaminio alla stazione di Montebello, mentre la seconda (90 km) raggiunge le stazioni di Sant'Oreste, Civita Castellana, Catalano e Viterbo. I treni del servizio urbano effettuano tutte le fermate: Euclide, Acqua Acetosa, Campi Sportivi (a richiesta), Monte Antenne (a richiesta), Tor di Quinto (a richiesta), Due Ponti (a richiesta), Grottarossa (a richiesta), Saxa Rubra, Centro Rai (a richiesta), Labaro, La Celsa (a richiesta), Prima Porta, La Giustiniana (a richiesta).

I treni del servizio extra-urbano, invece, nella tratta fino a Montebello, effettuano fermata obbligatoria a Euclide, Acqua Acetosa, Saxa Rubra e Prima Porta (solo festivi).

La ferrovia è di proprietà della Regione Lazio e dal 1º luglio 2022 è affidata ad ASTRAL (gestore dell'infrastruttura) e Cotral (impresa ferroviaria).[2]

  1. ^ Ferrovia regionale Roma-Civita Castellana-Viterbo - Orario invernale in vigore dal 16 settembre 2019, su atac.roma.it, ATAC. URL consultato il 6 settembre 2020.
  2. ^ CeSMoT, Bentornata Cotral al comando delle ferrovie regionali laziali, su ferrovie.it, 1º luglio 2022. URL consultato il 4 luglio 2022.

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