Festival di Sanremo 1966 | |||
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Domenico Modugno e Gigliola Cinquetti vincitori del Festival | |||
Edizione | XVI | ||
Periodo | 27-29 gennaio | ||
Sede | Casinò di Sanremo | ||
Presentatore | Mike Bongiorno con Paola Penni e Carla Maria Puccini | ||
Emittente TV | Nazionale Eurovisione | ||
Emittente radio | Secondo programma | ||
Partecipanti | 47 | ||
Brani in gara | 26 | ||
Vincitore | Domenico Modugno - Gigliola Cinquetti | ||
Secondo | Caterina Caselli - Gene Pitney | ||
Terzo | Wilma Goich - Les Surfs | ||
Cronologia | |||
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Il sedicesimo Festival di Sanremo si svolse al Salone delle feste del Casinò di Sanremo dal 27 al 29 gennaio 1966 con la conduzione, per la quarta volta consecutiva, di Mike Bongiorno, nell'occasione affiancato da Paola Penni e Carla Maria Puccini. Quest'ultima fu protagonista di un curioso episodio: durante l'ultima serata ebbe improvvisamente un malore e si accasciò sul palco, ma Bongiorno (sospettando che tale svenimento fosse solo una messinscena della Puccini per attirare l'attenzione su di sé) andò tranquillamente avanti con la presentazione della kermesse, facendo finta di nulla.
Canzone vincitrice fu Dio, come ti amo interpretata da Domenico Modugno (alla sua quarta vittoria in nove edizioni) e Gigliola Cinquetti (ancora minorenne e vincitrice per la seconda volta dopo l'exploit di due anni prima). Fu la prima volta nella storia della manifestazione in cui la canzone vincitrice fosse opera di un solo autore che ne fosse anche l'interprete. Fu anche l'unico caso di canzone italiana presentata all'Eurovision Song Contest che totalizzò zero punti.[1]
Dopo il festival conobbe un grande successo commerciale[2] la seconda classificata, Nessuno mi può giudicare, scritta originariamente per Adriano Celentano (che la rifiutò) e interpretata quindi dallo statunitense Gene Pitney e soprattutto dall'esordiente Caterina Caselli, la quale si presentò contro il parere dei genitori.[3] Non fu da meno Il ragazzo della via Gluck, interpretata da Celentano e il Trio del Clan (ovvero Ico Cerutti, Pilade e Gino Santercole), divenuto in poco tempo un vero e proprio inno ambientalista. L'esclusione del brano di Celentano dalla finale provocò la viva protesta da parte dei "fedelissimi" del Clan, che invasero polemicamente il Casinò e sostennero con eccessivo vigore I Ribelli, unici rappresentanti dell'etichetta rimasti in gara, fino a portare all'intervento delle forze dell'ordine e addirittura alla denuncia di Miki Del Prete.[4] Il 1966 fu anche l'anno di esordio massiccio dei complessi, tutti - a parte i Ribelli - eliminati dalla finale.