Festival di Sanremo 1970

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Festival di Sanremo 1970
Adriano Celentano e Claudia Mori proclamati vincitori del Festival
EdizioneXX
Periodo26-28 febbraio
SedeCasinò di Sanremo
Direttore artisticoGianni Ravera ed Ezio Radaelli
PresentatoreNuccio Costa con Enrico Maria Salerno e Ira von Fürstenberg
Emittente TVNazionale
Eurovisione
Emittente radioSecondo programma
Partecipanti52
Brani in gara26
VincitoreAdriano Celentano - Claudia Mori
SecondoNicola Di Bari - Ricchi e Poveri
TerzoSergio Endrigo - Iva Zanicchi
Cronologia
Festival di Sanremo 1969Festival di Sanremo 1971

Il ventesimo Festival di Sanremo si svolse al Salone delle feste del Casinò di Sanremo dal 26 al 28 febbraio 1970 con la conduzione, per la seconda volta consecutiva, di Nuccio Costa, affiancato dagli attori Enrico Maria Salerno ed Ira von Fürstenberg.

La gestione dell'evento fu direttamente in capo al Comune di Sanremo che ne affidò l'organizzazione alla coppia Gianni Ravera e Ezio Radaelli. Vincitrice dell'edizione fu la canzone Chi non lavora non fa l'amore, interpretata da Adriano Celentano e Claudia Mori. Sul palco Celentano si rese protagonista di un curioso episodio: dimenticò (o, secondo alcuni, finse di dimenticare) più volte le parole del testo.[1] Sergio Endrigo, forse memore delle critiche di Celentano alla sua vittoria di due anni prima, "ricambiò" la cortesia dichiarando pubblicamente di non avere apprezzato né la canzone né l'interpretazione del "Molleggiato".[1]

Il maggiore successo di vendite spettò proprio alla coppia Celentano-Mori con il brano vincitore ed a Nicola Di Bari ed i Ricchi e Poveri, giunti secondi con La prima cosa bella, scritta da Di Bari per la nascita della sua primogenita Ketty.[2]

Grande successo anche per il brano terzo classificato L'arca di Noè, scritto e interpretato da Sergio Endrigo in abbinamento con Iva Zanicchi, per il quarto classificato Eternità interpretato da I Camaleonti e da Ornella Vanoni e per il quinto classificato La spada nel cuore, interpretato da Little Tony e Patty Pravo. Tra questi ultimi non corse buon sangue: ciascuno dei due, infatti, si attribuì il merito esclusivo del successo della canzone, sminuendo l'interpretazione dell'altro.[3]

Al 7º posto, con la canzone Pa' diglielo a ma', si classificarono i due sedicenni Nada, alla sua seconda apparizione sanremese, e Rosalino Cellamare, in seguito divenuto maggiormente noto come Ron, nome d'arte con cui vinse la rassegna nel 1996, a ventisei anni dal debutto.

Sebbene la classifica del festival non li privilegiò, ebbero ottimi riscontri commerciali anche i brani Tipitipitì, eseguito da Orietta Berti e Mario Tessuto, ed Io mi fermo qui, cantato dai Dik Dik e Donatello.

Fuori concorso si segnalò altresì Tanto pe' cantà, storico brano di Ettore Petrolini, proposto da Nino Manfredi (primo ospite a cantare fuori gara nella storia della manifestazione)[4], che registrò un notevole successo di vendite[5].

Da notare che Pietruccio Montalbetti, già cantante dei Dik Dik, si esibì nella stessa edizione anche con Il Supergruppo[1], rendendolo di fatto, dopo lo stop alle interpretazioni "multiple" del 1967, l'ultimo partecipante alla manifestazione a cantare più di una canzone fino al 2013.

  1. ^ a b c Marcello Giannotti, L'Enciclopedia di Sanremo 1951-2006, Tutto il festival dalla A alla Z, 2007, Gremese Editore
  2. ^ Giorgio Lazzarini, «Il tempo della crisi», Il Festival di Sanremo racconta i suoi 40 anni - 3ª puntata: 1970-1979, su Sorrisi e Canzoni TV n. 7, 14 febbraio 1990
  3. ^ Donata Giachini e Giulio Orecchia, La leggenda di Sanremo - parte 2, Gli anni d'oro del Festival, inserto a puntate di Oggi, 1988
  4. ^ Eddy Anselmi, Il Festival di Sanremo, Ed. DeAgostini, 2020.
  5. ^ di Paolo Ruggieri, Canzoni Italiane, Fabbri, 1994, Vol.4, pag.93-94

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