Festival di Sanremo 1972

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Festival di Sanremo 1972
L'esibizione di Nicola Di Bari vincitore del Festival
EdizioneXXII
Periodo24-26 febbraio
SedeCasinò di Sanremo
Direttore artisticoElio Gigante
PresentatoreMike Bongiorno con Sylva Koscina e Paolo Villaggio
Emittente TVNazionale
Eurovisione
Emittente radioSecondo programma
Partecipanti28
VincitoreNicola Di Bari
SecondoPeppino Gagliardi
TerzoNada
Cronologia
Festival di Sanremo 1971Festival di Sanremo 1973

Il ventiduesimo Festival di Sanremo si svolse al Salone delle feste del Casinò di Sanremo dal 24 al 26 febbraio 1972 con la conduzione di Mike Bongiorno, affiancato da Sylva Koscina e Paolo Villaggio.

Tale edizione del festival fu organizzata direttamente dal comune di Sanremo mentre Elio Gigante ne ebbe la direzione artistica. L'edizione fu costellata da polemiche causate dall'abbandono di alcuni fonografici e dalla decisa riduzione dei cantanti, vista l'eliminazione della doppia interpretazione per ogni brano. Venne richiesto lo sciopero e la sospensione della trasmissione.

La vittoria andò alla canzone I giorni dell'arcobaleno di Nicola Di Bari, alla sua seconda affermazione consecutiva nella manifestazione, anche se la sua canzone ebbe qualche intoppo con la censura in quanto ritenuta troppo esplicita nella descrizione della "prima volta" di un'adolescente: Di Bari fu costretto a modificare il testo della canzone poi rivelatasi vincitrice.[1]

Fu l'anno del debutto al festival del già noto Gianni Morandi e della diciassettenne Carla Bissi, in seguito divenuta celebre con lo pseudonimo Alice. Fu il debutto anche per l'allora sconosciuto Alberto Camerini, sebbene in veste di musicista: non accreditato, accompagnò con la chitarra l'esibizione di Anna Identici, in gara con un brano cosiddetto impegnato, Era bello il mio ragazzo, che parlava di un giovane operaio morto sul posto di lavoro, che però, nonostante il periodo di generale impegno politico che attraversava allora l'Italia, non ebbe il successo sperato, non riuscendo nemmeno ad arrivare alla serata finale.[2]

Nonostante il loro rispettivamente sesto e settimo posto finale, il successo commerciale post-festival arrise invece ai genovesi Delirium con la canzone Jesahel (divenuta un manifesto della cultura hippie), composta da Ivano Fossati e Oscar Prudente, e Marcella Bella con Montagne verdi, composta da suo fratello Gianni Bella insieme con Giancarlo Bigazzi[3].

  1. ^ Marcello Giannotti, L'Enciclopedia di Sanremo 1951-2006, Tutto il festival dalla A alla Z, 2007, Gremese Editore
  2. ^ Eddy Anselmi, Il Festival di Sanremo, Ed. DeAgostini, 2020.
  3. ^ Paolo Ruggieri, Canzoni Italiane, Fabbri, 1994, Vol.4, pag. 94

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