Festival di Sanremo 1988 | |||
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Il cantante Massimo Ranieri vincitore del Festival | |||
Edizione | XXXVIII | ||
Periodo | 24 - 27 febbraio | ||
Sede | Teatro Ariston di Sanremo | ||
Direttore artistico | Marco Ravera | ||
Presentatore | Miguel Bosé e Gabriella Carlucci con Carlo Massarini (dal Palarock) | ||
Emittente TV | Rai Uno Eurovisione | ||
Emittente radio | Rai Radio 1 RaiStereoUno | ||
Partecipanti | 42 | ||
Vincitore | Massimo Ranieri | ||
Secondo | Toto Cutugno | ||
Terzo | Luca Barbarossa | ||
Premio della critica | Fiorella Mannoia | ||
Cronologia | |||
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Il trentottesimo Festival di Sanremo si svolse al teatro Ariston di Sanremo dal 24 al 27 febbraio 1988 con la conduzione di Miguel Bosé e Gabriella Carlucci e con la partecipazione di Carlo Massarini, in collegamento dal Palarock. Intervennero inoltre Kay Sandvick, Lara Saint Paul, Memo Remigi (in collegamento dal Casinò di Sanremo) e Valerio Merola (che curò i collegamenti esterni e dalle manifestazioni collaterali). L'edizione si svolse sulla falsariga della precedente: analogamente all'anno passato fu organizzato uno spettacolo di contorno al Palarock, adibito a ricevere gli ospiti di maggior prestigio.
Per quanto riguarda gli ospiti stranieri, si menzionano i New Order, Paul McCartney e George Harrison (questi ultimi due entrambi ex membri dei Beatles).
Nella terza serata, dopo l'ascolto degli otto semifinalisti della sezione Nuove proposte e tentando di ripetere il fortunato esperimento dell'anno precedente ideato da Pippo Baudo, Aldo Biscardi fu chiamato a condurre il Processo al Festival, dibattito sul festival in corso con l'intenzione di smorzare la tensione della gara dei big: esso vedeva la partecipazione di Sandro Paternostro nel ruolo di "difensore" e di Vincenzo Mollica in quello di "accusatore". La discussione assunse però presto toni altamente rissosi fra cantanti e giornalisti, tanto che molti degli artisti in gara (fra i primi Francesco Nuti e Luca Barbarossa) decisero di abbandonare il programma in diretta, in polemica con la formula della trasmissione.[1] A causa di questo fallimento, l’idea del DopoFestival, o in ogni caso di un luogo dove commentare la kermesse, venne accantonata fino al ritorno di Pippo Baudo, che ne avrebbe fatto una parte importante del Festival stesso.
L'edizione fu vinta da Massimo Ranieri con il brano Perdere l'amore per la sezione Campioni, curiosamente presentato l'anno prima da Gianni Nazzaro e non ammesso alla selezione,[2] e dai Future con il brano Canta con noi per la sezione Nuove proposte. Il premio della critica spettò invece a Fiorella Mannoia (che bissò il medesimo risultato dell'anno prima) con la canzone Le notti di maggio, mentre il primato delle vendite dei singoli fu appannaggio di Tullio De Piscopo con Andamento lento.[3]
Molte polemiche furono causate dalla canzone, terza classificata tra i Campioni, L'amore rubato di Luca Barbarossa, che descriveva una violenza sessuale.
Autore dei testi di questa edizione era Bruno Broccoli.
A grande richiesta del pubblico dell'Ariston, la serata finale subì un'interruzione per consentire di mandare in onda la seconda manche dello slalom speciale valido per i XV Giochi olimpici invernali, che fu vinto da Alberto Tomba. Già nella seconda serata, il 25 febbraio, Miguel Bosé si era limitato ad annunciare la vittoria dello stesso Tomba nello slalom gigante.[4]