Fieschi | |
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![]() (in italiano: "Agisco da seduto") Bandato di azzurro e d'argento. | |
Stato | ![]() |
Casata di derivazione | Conti di Lavagna |
Titoli | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
Fondatore | Ugo Fliscus[2] |
Data di fondazione | XI secolo |
Rami cadetti | Conti di Savignone Ferrero-Fieschi |
Scudo araldico della famiglia Fieschi | |
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«se le cose andavano bene per il gatto[3], significava che per Genova si metteva male»
La famiglia Fieschi è stata una delle maggiori famiglie genovesi[4]. Di antica origine - presero il nome dal capostipite Ugo Fliscus[5] - erano discendenti dei conti di Lavagna che avevano iniziato ad ingrandire i loro feudi all'interno della Marca Obertenga nell'XI secolo.
Originari dell'entroterra di Levante, i Fieschi avevano il loro centro feudale nella zona del Tigullio, della val Fontanabuona e l'entroterra fino alla Val d'Aveto. Qui era il centro del loro potere e dove infatti venne eretta la Basilica dei Fieschi a Cogorno alla metà del XIII secolo.
Arricchitasi con la mercatura, la finanza e l'acquisto di terre, la famiglia si divise in numerosi rami. I rami più importanti furono quello detto di Torriglia e quello detto di Savignone; questi due rami discendevano da due fratelli di Innocenzo IV e si erano formati sin dal XIII secolo.
I Fieschi furono tradizionalmente di parte guelfa e diedero alla Chiesa due pontefici provenienti dalla famiglia stessa, Innocenzo IV e Adriano V, che furono antagonisti alla parte ghibellina filoimperiale di Federico II di Svevia.
Tra XII e XIII secolo i Fieschi si resero protagonisti di una espansione territoriale nella Liguria di Levante che li portò a un aperto contrasto con il Comune di Genova[6].
La famiglia diede anche alla chiesa oltre a centinaia di prelati, ben 72 cardinali[7], mentre nella repubblica di Genova vi furono numerosi ambasciatori, generali e ammiragli appartenenti alla famiglia.
Come in ogni altra famiglia nobiliare, anche la politica matrimoniale della famiglia Fieschi destinò uomini e donne a stringere legami all’interno e all’esterno del comune di Genova, con alleanze variabili a seconda delle scelte del consorzio in campo politico.[8]