Fiscus Caesaris

Busto di Claudio, ritenuto iniziatore della nozione di fiscus Caesaris, sottoposto a uno specifico ufficio a rationibus (come l'aerarium Saturni), responsabile della contabilità del patrimonio personale dell'imperatore.

Fiscus Caesaris (significa in latino "cesto", "cassa" dell'imperatore Cesare) indicò da Claudio in poi la cassa ed il tesoro privato dell'imperatore romano, distinto dall'erario militare, dall'erario del popolo e del Senato (il solo tesoro pubblico durante la Repubblica).

Il fiscus nacque dall'esigenza di amministrare le entrate provenienti dalle province imperiali (sottoposte alla gestione diretta dell'imperatore) più ricche e di utilizzarle al fine di coprire la gestione delle spese dell'amministrazione provinciale. Fu creato quindi dall'esigenza di contabilizzare spese ed entrate delle province imperiali e andò affiancandosi all'aerarium Saturni (aveva sede presso il tempio di Saturno) spesso in difficoltà finanziarie, fino a soppiantarlo del tutto.

Oltre al fiscus col tempo sempre più gestito direttamente dal princeps vi era poi il patrimonium principis, ovvero il complesso dei beni patrimoniali dell'Imperatore (sostanzialmente fondiari, basti pensare al patrimonio egiziano[1]), con dimensioni certamente immense, rispetto a qualunque altro privato cittadino dell'epoca. Si aggiunga che probabilmente non vi era una reale distinzione tra entrate fiscali e patrimoniali, essendo entrambe parti integranti dello stesso fiscus.

  1. ^ Cassio Dione Cocceiano, Storia romana, LVII, 10.5.

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