Flavio Giuseppe

Flavio Giuseppe in una raffigurazione del XVIII secolo.

Tito Flavio Giuseppe, (in latino Titus Flavius Iosephus) nato Yosef ben Matityahu (AFI: jo'sɛf bɛn matit'jahu, in ebraico יוסף בן מתתיהו?; Gerusalemme, 37-38 circa – Roma, 100 circa), è stato uno scrittore e storico ebreo antico con cittadinanza romana.

Conosciuto anche come Flavio Giuseppe, Giuseppe Flavio o semplicemente Giuseppe, scrisse le sue opere in greco.

Caso raro nel panorama della letteratura classica, il corpus delle opere di Giuseppe si è salvato quasi interamente. La motivazione va ricercata nella grande attenzione che Giuseppe ricevette da parte degli storici cristiani tardoantichi[1] che lo "usarono" fino a cristianizzarlo[2] o distorcerne il significato delle opere originarie; l'esempio più interessante è sicuramente quello dello Pseudo-Egesippo, che riadattò la Guerra Giudaica di Giuseppe con notevoli interpolazioni anti-giudaiche e filo-cristiane.

  1. ^ Tale attenzione si deve al fatto che Giuseppe, ebreo convertito al paganesimo, tratta nelle sue opere fatti di fondamentale importanza per il cristianesimo delle origini, come ad esempio la guerra giudaica e la distruzione del Tempio di Gerusalemme. Giuseppe inoltre è il primo scrittore non cristiano a citare Gesù nel celeberrimo Testimonium Flavianum, che, per quanto filologicamente molto controverso, si presta certamente che a grandi strumentalizzazioni all'interno della polemica dell'epoca (IV sec. d.C).
  2. ^ Sulla questione, fondamentale il libro di L. Canfora, La conversione. Come Giuseppe Flavio fu cristianizzato, Roma, Sellerio, 2021.

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