Found footage

Found footage[1], in ambito cinematografico, è l'espressione anglossassone che si usa per indicare il girato di repertorio, ovvero riprese cinematografiche preesistenti ed archiviate, che vengono poi riutilizzate. Per estensione (o meglio per metonimia) in un parlato gergale il termine found footage si usa anche per descrivere dei film, documentari o programmi televisivi che contengono riprese di repertorio, o il genere televisivo (anche detto format) specifico. Il termine found footage significa letteralmente "girato ritrovato", dove con "girato" in cinematografia si intende la pellicola impressionata, cioè le riprese effettuate.

Le fonti del found footage (detto anche materiale d'archivio) possono essere molteplici: dai cellari di una cineteca, dall'archivio di una casa di produzione cinematografica o di un'emittente televisiva (archivi spesso detti library) a materiali di realizzazione amatoriale, personale, diaristica (anche detti "filmini di famiglia" o home movies). La figura professionale specifica di chi compie ricerche e realizza prodotti audiovisivi con found footage è il ricercatore di repertorio, che coniuga le competenze dell'autore audiovisivo (conoscendo e padroneggiando il linguaggio cinematografico innanzitutto) e dell'archivista, e dotato anche di una particolare conoscenza di temi specifici in chiave storicizzata, così da essere in grado di valutare la pertinenza intrinseca delle riprese che osserva. Il ricercatore conosce gli archivi, le cineteche e i fondi dove poter attingere per determinate ricerche, vi compie le ricerche visionando i materiali conservati e sa gestire le questioni lei-economiche riguardo il diritto d'autore e l'utilizzo dei repertori.

Una fattispecie specifica del found footage è quella dei film d'arte. Si tratta di una pratica di prelievo e recupero, un cinema che parte dai nastri di celluloide impressionata per rimodellarli in una nuova forma. Non va confuso con il documentario o con i materiali di repertorio. Il termine ammicca all'object trouvé della storia dell'arte.[2]

Il found footage ha un significato vicino, ma non assimilabile, a quello del film-collage, del film di montaggio e del film cut-up. Spesso la tecnica del found-footage è stata usata da artisti del cinema underground, dai video artisti e dagli anni novanta anche in ambito commerciale. Il film di recupero nasce nel momento in cui il montaggio si afferma come momento di elaborazione secondario. Le pellicole lasciate all'abbandono vengono recuperate e riutilizzate, favorendo l'elaborazione di una pratica differente del cinema, il found footage.


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