Il fumetto nero italiano è un genere di fumetto che, a partire dagli anni sessanta con il personaggio di Diabolik, criminale spietato, ladro e assassino, che esordì nel 1962 con una testata omonima[1][2], propose un ribaltamento della morale corrente in controtendenza rispetto al moralismo degli altri fumetti dell'epoca; il successo del personaggio creato dalle sorelle Angela e Luciana Giussani è tale da far nascere, insieme ai personaggi ideati da Max Bunker, Kriminal e Satanik, un genere vero e proprio che portò alla creazione di numerosi epigoni più o meno simili nelle caratteristiche come Fantax, Demoniak o Sadik[3] oltre che a parodie come Cattivik di Bonvi[4][5].
Anche il cinema ne verrà influenzato producendo sia pellicole direttamente ispirate ai personaggi principali del genere come Diabolik[6], Kriminal o Satanik[7], sia parodie come Arrriva Dorellik[8] o Sadik nel film Thrilling[1].
Il successo del fenomeno attirò l'attenzione del potere giudiziario che temeva la carica eversiva di questo genere di pubblicazioni e, temendo che potessero «turbare l’ordine pubblico, l’ordine della famiglia e incitare alla criminalità e al delitto», istruirono processi e ordinarono sequestri; alla lunga le vicende giudiziarie e la pressione dell’opinione pubblica spinsero gli autori ad ammorbidire i toni e le trame persero quasi del tutto la loro carica innovativa.[9] La moda però non sarebbe durata a lungo e, fatte salve alcune eccezioni come Diabolik, l'unico ancora pubblicato, o Kriminal e Satanik, che ebbero una lunga vita editoriale, gli altri epigoni ebbero vita breve.[10] Col tempo alcune serie assunsero connotazioni erotiche portando alla nascita di un vero e proprio genere erotico o pornografico con nuovi personaggi[3][11][12].
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