Gasometro

Schema semplificato del principio di un gasometro a campana

Un gasometro (anche gassometro o gazometro) è una struttura teorizzata nel 1789 dal chimico francese Antoine-Laurent de Lavoisier con lo scopo di misurare il volume del gas di città (o gas illuminante),[1] cioè una miscela gassosa che include tra gli altri metano, monossido di carbonio, propano, butano e acetilene.

Col tempo i gasometri sono perlopiù caduti in disuso: persa la funzione di infrastruttura energetica, sono diventati dei monumenti di archeologia industriale. In passato infatti i gasometri venivano utilizzati per accumulare il gas di città, che in un primo periodo veniva prodotto prima per gassificazione del carbone e successivamente tramite cracking del petrolio. Questo gas veniva utilizzato sia per usi domestici, sia per l'illuminazione pubblica delle strade. Con la diffusione del gas metano l'utilizzo del gas di città è via via scomparso e così anche i gasometri hanno perso il loro ruolo. Queste strutture venivano utilizzate anche in ambito industriale in molti impianti tra cui le acciaierie, come per esempio quello nell’ex impianto di Cornigliano, ormai abbattuto, e quello dell'acciaieria di Taranto.

Il gasometro ha funzione di contenitore a pressione costante: non è quindi in grado di ospitare grandi quantità di gas, nonostante le dimensioni spesso ragguardevoli, e non si presta quindi a un uso come serbatoio per lo stoccaggio a lungo termine di gas. La sua funzione è la regolazione a breve termine tra produzione e consumo e immagazzinamento di gas, permettendo di rispondere ai picchi di richiesta, di sopperire a uno stop di produzione o a una produzione di tipo ciclico.

Il volume del serbatoio si adatta alla quantità di gas immagazzinata e la pressione a cui il gas è sottoposto all'interno di esso deriva dal peso di un tetto mobile. Volumi tipici per gasometri di grandi dimensioni sono di 50.000 m³ circa, con un diametro della struttura di 60 m.

Il concetto ha poi trovato un’applicazione contemporanea nell'ambito degli impianti elettrici a biogas, con lo sviluppo dell'uso di gasometri, solitamente di piccole dimensioni, destinati allo stoccaggio di questo tipo di gas.

  1. ^ Brugnatelli, p.142.

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