Genocidio circasso

Dipinto di Pyotr Nikolayevich Gruzinsky (1872) raffigurante i Circassi che abbandonano i territori del Caucaso (Circassians leave their aul).

Il genocidio circasso (in adighè Адыгэ лъэпкъгъэкӏод, Adıgə tləpqğək'od; in cabardino Адыгэ лъэпкъгъэкIуэд, Adıgə tləpqğək'wəd; in russo Черкесское мухаджирство?, Čerkesskoe muchadžirstvo, "Migrazione dei circassi") indica la pulizia etnica[1][2][3], uccisione[1][4][5][6], migrazione forzata[2][5][7][8] ed espulsione[2][5][7] attuata dall'Impero russo, tra il 1830 e il 1870, nei confronti della maggioranza dei Circassi dalla loro terra storica, la Circassia, che corrisponde alla grande parte del Caucaso settentrionale e alla costa nord-est del Mar Nero. Alcune stime contano tra gli 800.000[5][7] e i 1.500.000[2][8] circassi uccisi o deportati durante l'invasione russa. A causa della fede musulmana della maggior parte dei popoli che hanno sofferto il genocidio circasso, molte volte l'evento di migrazione scaturito si conosce con il termine "muhayir", parola derivante dall'arabo "Mujayir" e che significa letteralmente "colui che è partito".

Il genocidio avvenne dopo la conclusione della guerra caucasica nell'ultimo quarto del XIX secolo[9]. Gli sfollati si trasferirono principalmente nell'Impero ottomano, specialmente nei territori dell'odierno Kosovo, nella valle del Danubio e in Anatolia. La deportazione per la precisione partì nel 1864 e fu completata nel 1867[2][10]. Tra i popoli cacciati vi furono oltre ai Circassi (adighè) anche gli ubykh e gli abazi, ma anche ingusci, arshtin, ceceni, ossezi e abcazi ne furono colpiti. Lo storico e ricercatore finlandese Antero Leitzinger lo ha definito come il più grande genocidio del XIX secolo[11].

La deportazione coinvolse un numero sconosciuto di persone, nell'ordine delle centinaia di migliaia[5][12]: la maggior parte di queste fu deportata dai loro villaggi natali verso i porti del Mar Nero in attesa di navi dirette verso l'Impero ottomano con l'obiettivo esplicito di cacciarle dalla loro terra[6][13][14]. Solamente una piccola percentuale si ristabilì all'interno dell'Impero. Le popolazioni furono così disperse, deportate e in alcuni casi uccise in massa[15]. Un numero non definito di deportati morì durante questa operazione: alcuni per epidemie generatesi in attesa di partire, altre nei porti ottomani di arrivo del Mar Nero, mentre altre ancora per l'affondamento delle navi a causa di tempeste[16]. I calcoli, inclusi quelli che tengono conto delle cifre di archivio del governo russo, hanno stimato una perdita del 90%-94%[17][18][19] o 95%–97%[20] del popolo circasso durante le operazioni[7][21].

Durante lo stesso periodo altre persone di fede musulmana del Caucaso furono trasferite nell'Impero ottomano e in Persia[22].

Nel 2021 la Georgia era l'unico stato al mondo ad aver riconosciuto il genocidio del popolo circasso, mentre la Russia nega tale evento e lo considera come un semplice evento di migrazione. I nazionalisti russi della zona continuano a celebrare il giorno della deportazione circassa, il 21 maggio, come il giorno della "Sacra Conquista".

  1. ^ a b Coverage of The tragedy public Thought (later half of the 19th century), Niko Javakhishvili, Tbilisi State University, 20 December 2012, retrieved 1 June 2015
  2. ^ a b c d e (TR) Tarihte Kafkasya - ismail berkok | Nadir Kitap, su NadirKitap. URL consultato il 26 settembre 2020.
  3. ^ (TR) HDP Genel Komite, The Circassian Genocide, su hdp.org.tr, 2014. URL consultato il 26 settembre 2020.
  4. ^ UNPO: The Circassian Genocide, su unpo.org. URL consultato il 26 settembre 2020.
  5. ^ a b c d e Walter Richmond, The Circassian Genocide, Rutgers University Press, 9 aprile 2013, ISBN 978-0-8135-6069-4.
  6. ^ a b Walter Richmond, The Circassian Genocide, Rutgers University Press, 2013, p. back cover, ISBN 978-0-8135-6069-4.
  7. ^ a b c d (TR) Geçmişten günümüze Kafkasların trajedisi: uluslararası konferans, 21 Mayıs 2005, Kafkas Vakfı Yayınları, 2006, ISBN 978-975-00909-0-5.
  8. ^ a b Charles King, The Ghost of Freedom: A History of the Caucasus, New York, Oxford University Press, 2008, ISBN 978-0-19-517775-6.
  9. ^ Yemelianova, Galina, Islam nationalism and state in the Muslim Caucasus. April 2014, p. 3.
  10. ^ The Circassian exile: 9 facts about the tragedy, su The Circassian exile: 9 facts about the tragedy. URL consultato il 26 settembre 2020.
  11. ^ Antero Leitzinger, The Circassian Genocide, su globalpolitician.com, Global Politician, 14 dicembre 2004 (archiviato dall'url originale il 9 novembre 2013).
  12. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Ahmed161
  13. ^ Kazemzadeh 1974
  14. ^ Aziz ÜSTEL, Star Gazetesi, Soykırım mı; işte Çerkes soykırımı - Yazarlar - Aziz ÜSTEL | STAR, su Star.com.tr. URL consultato il 26 settembre 2020.
  15. ^ Charles King, The Ghost of Freedom: A History of the Caucasus, p. 95.
    «One after another, entire Circassian tribal groups were dispersed, resettled, or killed en masse.»
  16. ^ King, 2007.
  17. ^ Ellen Barry, Georgia Says Russia Committed Genocide in 19th Century, in The New York Times, 20 maggio 2011.
  18. ^ 145th Anniversary of the Circassian Genocide and the Sochi Olympics Issue, Reuters, 22 maggio 2009. URL consultato il 28 novembre 2009 (archiviato dall'url originale il 2 luglio 2012).
  19. ^ Sarah A.S. Isla Rosser-Owen, MA Near and Middle Eastern Studies (thesis). The First 'Circassian Exodus' to the Ottoman Empire (1858–1867), and the Ottoman Response, Based on the Accounts of Contemporary British Observers, page 16: «… with one estimate showing that the indigenous population of the entire north-western Caucasus was reduced by a massive 94 per cent». Text of citation: "The estimates of Russian historian Narochnitskii, in Richmond, ch. 4, p. 5. Stephen Shenfield notes a similar rate of reduction with less than 10 per cent of the Circassians (including the Abkhazians) remaining. (Stephen Shenfield, "The Circassians: A Forgotten Genocide?", in The Massacre in History, p. 154.)"
  20. ^ Richmond, Walter. The Circassian Genocide. Page 132: ". If we assume that Berzhe’s middle figure of 50,000 was close to the number who survived to settle in the lowlands, then between 95 percent and 97 percent of all Circassians were killed outright, died during Evdokimov’s campaign, or were deported."
  21. ^ Galina Yemelianova, Islam, nationalism and state in the Muslim Caucasus, in Caucasus Survey, vol. 1, n. 2, aprile 2014, p. 3, DOI:10.1080/23761199.2014.11417291.
  22. ^ Caucasus Survey, su caucasus-survey.org. URL consultato il 23 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 15 aprile 2015).

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