Gens Postumia

La Gens Postumia fu una delle più antiche e delle più contestate gentes dell'antica Roma.

Un passo liviano ritrovato svela fosse molto probabilmente originaria di Gabii. Una delle localizzazioni ipotetiche del lago Regillo [1]è il prosciugato lago di Gabii e questo farebbe dei Postumi una gens integrata in Roma dalle vicine elites locali e che poi guidò, come gens romana, la rivalsa contro le proprie terre e popolazione di origine (lega latina e foedus cassianum)[2] Uno schema peraltro ripetutosi anche in seguito, ad esempio con la gens Atilia (Volsci) [3]e con la gens Gellia (Marsi e lex gellia cornelia) [4].

I suoi membri spesso ricoprirono le più alte cariche dello Stato dall'epoca della cacciata di Tarquinio il Superbo alla fine della Repubblica. Tra i componenti della gens, la famiglia che più si è distinta fu quella degli Albus o Albinus, ma all'inizio dell'età repubblicana si distinsero anche le famiglie dei Megellus, per sole due generazioni (rarissimo caso di etimo ignoto del cognomen) e dei Tubertus.

Il primo rappresentante della gens Postumia ad ottenere la carica di console fu nel 505 a.C. Publio Postumio, quindi solo pochi anni dopo la cacciata dell'ultimo re.

Regillensis è un agnomen degli Albinus e di conseguenza fu utilizzato come soprannome di questa famiglia. In conseguenza delle guerre puniche, tra i soprannomi troviamo anche Pyrgensis, Tempsanus e Tympanus.

  1. ^ Pietro Frangini, La «questione» del lago Regillo. Storia e leggenda, Controluce (Monte Compatri), 2013, ISBN 978-88-95736-24-2. URL consultato il 24 agosto 2024.
  2. ^ Attilio Mastrocinque, La cacciata di Tarquinio il Superbo: tradizione romana e letteratura greca, Athenaeum, 1981. URL consultato il 24 agosto 2024.
  3. ^ Stefania Quilici Gigli, I Volsci: undicesimo Incontro di studio del Comitato per l'archeologia laziale, Consiglio nazionale delle ricerche, 1992. URL consultato il 24 agosto 2024.
  4. ^ C. Gabrielli, Lucius Postumius Megellus at Gabii: A New Fragment of Livy, in The Classical Quarterly, vol. 53, n. 1, 2003, pp. 247–259. URL consultato il 23 agosto 2024.

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