Georgij Gongadze

Georgij Ruslanovyč Gongadze

Georgij Ruslanovyč Gongadze (in ucraino Георгій Русланович Ґонґадзе?, Heorhij Ruslanovyč Gongadze; in georgiano გიორგი ღონღაძე?; 21 maggio 196917 settembre 2000) è stato un giornalista ucraino di origine georgiana, rapito e assassinato nel 2000.

Le circostanze della sua morte divennero uno scandalo nazionale insieme alle proteste contro il governo del presidente Leonid Kučma. Durante lo "scandalo delle cassette" sono state rinvenute delle audio-cassette incriminanti Kuchma, Volodymyr Lytvyn e altri funzionari dell'amministrazione che avrebbero discusso sulla necessità di far tacere Gongadze per i suoi articoli online sulla corruzione imperante.

L'ex ministro degli Interni Jurij Kravčenko fu trovato ucciso con due colpi di pistola alla testa il 4 marzo 2005, poche ore prima di iniziare a deporre testimonianza nel caso Gongadze. Kravčenko era stato il diretto superiore dei quattro poliziotti accusati per l'omicidio Gongadze poco dopo la sua morte. La dichiarazione ufficiale sulla morte di Kravčenko, che parlava di suicidio, venne messa in discussione dalla stampa.[1]

Tre ex funzionari dell'ufficio di vigilanza estera e dell'unità di intelligence criminale del ministero ucraino dell'Interno (Valerij Kostenko, Mykola Protasov e Oleksandr Popovyč), accusati del suo omicidio, sono stati arrestati nel marzo 2005 e un quarto (Oleksij Pukač, l'ex capo del gruppo) nel luglio 2009.[2] Un tribunale ucraino ha condannato Protasov a una pena di 13 anni e Kostenko e Popovyč a 12 anni nel marzo 2008 per l'omicidio. La famiglia di Gongadze ritiene che il processo non sia riuscito a identificare e punire i mandanti dell'omicidio.[3] Nessuno è stato ancora accusato di avere ordinato l'omicidio di Gongadze[4]

La sua vedova, Myroslava Gongadze e i loro due figli, hanno ricevuto asilo politico negli Stati Uniti nel 2001.

Gongadze è stato insignito del titolo di Eroe dell'Ucraina dal Presidente Viktor Juščenko il 23 agosto 2005.[5] Per il suo collega di Ukrayinska Pravda, Serhij Leščenko, "Gongadze aveva cercato di essere un normale reporter, non voleva essere un eroe. Ma in Ucraina fare il giornalista è un mestiere riservato ai coraggiosi."[6]


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