Ghazi (in arabo ﻏﺎﺯﻱ?, ghāzī) è un appellativo che deriva dalla radice araba <gh-z-y>,[1] che significa "compiere incursioni", "compiere razzie", "saccheggiare in territorio ostile". Essendo l'attività bellica un dovere islamico, essere un "ghāzī" esprime il medesimo concetto implicito nel termine giuridico-religioso di mujāhid, ossia di "combattente del jihād".
Questo è il motivo per cui, fin dal loro organizzarsi in Sultanato, i Turchi ottomani assegnarono enfaticamente il titolo onorifico di "ghāzī" ai loro Sultani, che in tal modo potevano arrogare implicitamente per sé e i propri discendenti uno dei fondamentali requisiti previsti per ogni legittimo Califfo, consistente nel condurre obbligatoriamente ogni anno, in prima persona o per interposta persona, il jihād contro gli infedeli.[2]
Persa la sua caratterizzazione istituzionale-religiosa, il termine è stato frequentemente attribuito a comandanti militari di particolare rinomanza.