Giapponismo

Van Gogh, Ritratto di père Tanguy, esempio di influenza ukiyo-e nell'arte europea

Il giapponismo (in francese japonisme e japonaiserie) è l'influenza che l'arte giapponese ha avuto sull'Occidente, in particolare sugli artisti francesi. Fu l'artista Philippe Burty, abile incisore, che nel 1873 coniò il termine Japonisme (Giapponismo in lingua italiana) che stava ad indicare l'attrazione e l'interesse dei pittori francesi verso l'arte del Sol Levante.

Questa passione per l'arte giapponese non avrebbe avuto luogo se le stampe giapponesi non fossero sopraggiunte in Olanda tramite la Compagnia delle Indie, e poi diffuse in tutta Europa. Queste stampe ritraevano scene di vita quotidiana ed erano impostate sulla rappresentazione bidimensionale, e quindi sul colore piatto e l'assenza di chiaroscuri, ma dinamica; la linea curva, semplice e sinuosa suggeriva l'idea del movimento. Altre caratteristiche sono il taglio fotografico e la prospettiva essenziale. Interessante è l'attenzione dedicata all'elemento dell'acqua e allo studio della figura femminile.

Manet, Ritratto di Émile Zola. Sullo sfondo si può notare una stampa giapponese

Durante l'era Kaei (1848-1854), molte navi mercantili approdarono in Giappone. In seguito alla Restaurazione Meiji del 1868, il Giappone pose fine ad un lungo periodo di isolamento, aprendosi alle importazioni dall'Occidente, tra cui la fotografia ed alcune tecniche per la stampa, mentre molte stampe ukiyo-e arrivarono in Europa e in America, diventando subito molto conosciute.

Il giapponismo cominciò improvvisamente tra il 1850 e il 1870, con la moda di collezionare opere d'arte giapponesi, in particolar modo le stampe ukiyo-e. I collezionisti, gli scrittori e i critici d'arte europei intrapresero molti viaggi in Giappone, soprattutto nei due decenni successivi al 1870; per questo motivo, vennero pubblicati molti articoli sull'estetica giapponese, e vi fu un incremento nella distribuzione di stampe in Europa e, soprattutto in Francia. I più celebri tra questi viaggiatori furono l'economista liberista Enrico Cernuschi, che avrebbe poi fondato a Parigi il museo omonimo, il critico Theodore Duret e il collezionista britannico William Anderson (la cui collezione di stampe giapponesi è ora al British Museum), che visse per alcuni anni ad Edo, insegnando medicina. L'Esposizione Universale di Parigi del 1878 presentò molte opere d'arte giapponesi.


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