«… e lucemi dallato,
il calavrese abate Giovacchino
di spirito profetico dotato»
Gioacchino da Fiore (Celico, 1130 circa – Pietrafitta, 30 marzo 1202) è stato un abate, teologo e filosofo italiano.
È stato venerato da parte dei florensi, dei cistercensi, dai francescani spirituali e i gesuiti bollandisti lo hanno inserito nell'elenco dei beati. Nel 2001 sono stati avviati studi (fase preliminare) per una eventuale causa di beatificazione, di conferma di culto o del titolo di beato (ab immemorabili) da parte della Chiesa cattolica, proprio dall'Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano, che ha nominato don Enzo Gabrieli postulatore della causa di canonizzazione[1] e delle apposite commissioni (storica, teologica e medica per lo studio dei resti mortali). La sua fama sanctitatis lo accompagna sin dalla sua morte e anche in vita. Il 27 Giugno 2024[2], Papa Francesco, nel messaggio per la Giornata mondiale del creato, ha citato Gioacchino da Fiore affermando che "seppe indicare l’ideale di un nuovo spirito" e segna così una svolta nella storia, poiché mai era successo prima in oltre otto secoli dalla morte del monaco florense.