Gioielleria

Gioielli francesi del xix secolo: ornamento della famiglia Borbone-Orléans

Con gioielleria si indica sia l'insieme delle tecniche di lavorazione dei metalli e pietre nobili per ricavarne ornamenti, che gli oggetti ornamentali realizzati in un metallo prezioso, in cui di norma viene incastonata almeno una pietra preziosa. Per molti secoli metalli come l'oro utilizzati in diverse carature da 21, 18, 12, 9 o anche inferiori, spesso combinati con pietre preziose, è stato il normale materiale per i gioielli, ma possono essere utilizzati altri materiali come conchiglie e altri materiali vegetali[1].

È uno dei più antichi tipi di manufatti archeologici, con perle di 100 000 anni fatte con conchiglie Nassarius che si ritiene siano i gioielli più antichi conosciuti[2]. Le forme di base dei gioielli variano da una cultura all'altra, ma spesso sono estremamente longeve; nelle culture europee le forme più comuni di gioielleria sopra elencate sono persistite fin dall'antichità, mentre altre forme come gli ornamenti per il naso o la caviglia, importanti in altre culture, sono molto meno comuni.

I gioielli possono essere realizzati con un'ampia gamma di materiali. Pietre preziose e materiali simili come l'ambra e il corallo, metalli preziosi, perle e conchiglie sono stati ampiamente utilizzati e lo smalto è stato spesso importante. Nella maggior parte delle culture i gioielli possono essere intesi come uno status symbol, per le sue proprietà materiali, i suoi modelli o per simboli significativi[3]. I gioielli sono stati realizzati per adornare quasi ogni parte del corpo, dalle forcine per capelli agli anelli dei piedi e persino ai gioielli genitali. Nella cultura europea moderna la quantità indossata dai maschi adulti è relativamente bassa rispetto ad altre culture e ad altri periodi della cultura europea.

  1. ^ gioielleria, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 19 giugno 2023.
  2. ^ (EN) Study reveals 'oldest jewellery', 22 giugno 2006. URL consultato il 16 marzo 2022.
  3. ^ perseus.tufts.edu.

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