Giovanni Galati | |
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Nascita | Napoli, 19 settembre 1897 |
Morte | Roma, 15 ottobre 1971 |
Dati militari | |
Paese servito | ![]() |
Forza armata | ![]() |
Anni di servizio | 1911-1946 |
Grado | Ammiraglio di divisione |
Guerre | Guerra italo-turca Prima guerra mondiale Guerra d'Etiopia Guerra di Spagna Seconda guerra mondiale |
Battaglie | Battaglia di Punta Stilo |
Comandante di | 14ª Squadriglia cacciatorpediniere Gruppo incrociatori leggeri |
Decorazioni | vedi qui |
Studi militari | Regia Accademia Navale di Livorno |
dati tratti da Uomini della Marina, 1861-1946[1] | |
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Giovanni Galati (Napoli, 19 settembre 1897 – Roma, 15 ottobre 1971) è stato un ammiraglio italiano, distintosi particolarmente durante la seconda guerra mondiale. Al comando della 14ª Squadriglia cacciatorpediniere, ed innalzando la sua insegna sull'Ugolino Vivaldi, fu uno dei protagonisti della guerra dei convogli tra l'Italia e l'Africa settentrionale tra il 1940 e il 1942. Promosso contrammiraglio nel luglio 1943 assunse il comando del Gruppo incrociatori leggeri assegnato alla 5ª Divisione navale, e all'atto della proclamazione dell'armistizio dell'8 settembre 1943 si rifiutò di raggiungere Malta e consegnare le sue navi agli Alleati venendo sbarcato d'autorità e messo agli arresti dall'ammiraglio Bruto Brivonesi, suo superiore. Trasferito presso il Ministero della Marina a Brindisi e reintegrato in servizio, con l'autorizzazione del Ministro Raffaele De Courten cercò invano di portare aiuto alla 33ª Divisione fanteria "Acqui" al comando del generale Antonio Gandin che si trovava assediata dai tedeschi sull'isola di Cefalonia. Decorato con quattro Medaglie d'argento e due di bronzo al valor militare, con una Croce di guerra, una Croce al merito di guerra e con la Croce di Ferro di II classe tedesca.