Glicone

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La statua in marmo di Glicone ritrovata a Costanza, sotto al sito dell'ex stazione ferroviaria nel quartiere di Palas; è alta 66 cm, e la lunghezza complessiva del serpente è di 4,76 m[1]

Glicone (in greco antico: Γλύκων?, Glýkon) era una divinità dalle fattezze di serpente con testa semi-umanoide, manifestazione del dio Asclepio; il suo culto fu fondato nel II secolo in Paflagonia da Alessandro di Abonutico, intorno al 140, e si protrasse fino almeno al III secolo[2].

La maggior parte delle informazioni su questo culto provengono da Luciano di Samosata, che ne parla nel suo libello critico Alessandro o il falso profeta. Secondo quanto riportato da Luciano, Alessandro riuscì a creare e tenere vivo il culto sfruttando la credulità della gente grazie a trucchi ben congegnati, come presunti ritrovamenti di oggetti di origine divina, finti oracoli e un vero serpente ammaestrato di grandi dimensioni, aiutato da una buona dose di carisma e di teatralità, assicurandosi un vasto seguito in tutto l'Impero romano[3].

  1. ^ Nicolae Vatamanu, Esculap reincarnat in Glycon, sarpele cu plete, n. 7, Viaţa medicală, 1972, 333-335.
  2. ^ Ogden, pp. 325-330.
  3. ^ Luciano di Samosata, pp. 261-275.

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