Glikl bas Judah Leib

Un ritratto di Bertha Pappenheim che impersona Glikl indossando un costume dell'epoca, Bertha Pappenheim era una discendente di Glikl e la prima a tradurre il suo diario in tedesco

Glikl bas Judah Leib (in ebraico גליקל בת יהודה לייב) anche nota come Glückel von Hameln[1] oppure Glikl Haml (Amburgo, 1645 circa[2]Metz, 19 settembre 1724) è stata un'imprenditrice e scrittrice tedesca, di origine ebraica, prima donna tedesca autrice di un'autobiografia.

Glikl nacque in una famiglia benestante di Amburgo nelle fasi finali della guerra dei trent'anni (1618-1648). Il padre Juda Joseph (1575-1690) chiamato Löb Pinkerle[3] (la traduzione del nome di Glikl, è Glikl figlia di Judah Leib) era uno stimato commerciante di diamanti[4] aschenazita, fu uno dei primi ebrei ad acquistare il diritto di residenza ad Amburgo. Anche la madre, Bella (anche Beila o Bela) Nathan Ellrich (1628-1704)[5] era una donna d'affari di successo[6]. La coppia ebbe sei figli[7].

Nel 1650 il senato di Amburgo su richiesta della Bürgerschaft (il parlamento) espulse gi ebrei dalla città[7], la famiglia fu quindi costretta a trasferirsi nella vicina Altona, all'epoca parte del Ducato di Holstein dove vigeva maggiore libertà di religione. All'età di 12 anni Glikl venne promessa in sposa a Hayyim (Chaim) Hamel[8] (anche chiamato Hein Goldschmidt) un ricco commerciante di gioielli e diamanti di Hameln, il matrimonio avvenne quando Glikl raggiunse i 14 anni e la coppia, secondo l'uso aschenazita, andò a vivere prima presso i genitori di lui a Hameln; un anno dopo il matrimonio i due si trasferirono ad Amburgo presso i genitori di lei, e poco prima della nascita della prima figlia si insediarono in una casa propria. Nel corso dei trent'anni di matrimonio nacquero 14 figli, di cui due morirono in età tenerissima.

Negli anni del matrimonio Glikl era collaboratrice attiva nell'attività del marito che spesso la interpellava chiedendole pareri e consigli; lei stessa, durante i lunghi viaggi di affari del marito[6], si occupava di gestire gli agenti, i potenziali partner in affari, redigeva accordi contrattuali e teneva la contabilità, e contemporaneamente si occupava dell'educazione dei figli e di organizzare per loro matrimoni vantaggiosi[8] con facoltose famiglie ebree di tutta Europa.

Nel 1689, mentre si recava a un appuntamento d'affari il marito cadde su una roccia appuntita, e dopo diversi giorni di agonia morì lasciando la moglie e otto figli ancora in casa[6]; Glikl proseguì l'attività con grande successo, intrattenne scambi commerciali con le principali città europee come Amsterdam, Lipsia, Berlino, Parigi e Metz. Organizzò con particolare attenzione gli aspetti commerciali e finanziari dei matrimoni degli otto figli che ancora abitavano con lei e tramite i matrimoni stabilì una rete commerciale che si estendeva per gran parte dell'Europa.

Nel 1700 si risposò con Cerf Levy, un banchiere di Metz, città nella quale si trasferì. La situazione finanziaria del secondo marito, al quale aveva affidato tutte le sue fortune, si rivelò traballante e si arrivò alla bancarotta. Nel 1711, alla sua morte, Glikl aveva perso tutto e viveva con la figlia a Metz dove morì 19 settembre 1724, secondo il calendario ebraico il secondo giorno di Rosh haShana 5485.

  1. ^ Il nome Glückel von Hameln è una trasposizione nel tedesco effettuata dal primo editore nel 1896 che ritenne di dover dare all'autrice un nome dal "suono tedesco" (DE) Ein bewegtes Leben, su deutschlandradiokultur.de. URL consultato il 15 aprile 2017.
  2. ^ le fonti riportano diversi anni di nascita, dal 1645 al 1647
  3. ^ (EN) Leib Löb Pinkerle, su hohenemsgenealogie.at. URL consultato il 15 aprile 2017.
  4. ^ (EN) Glikl bas Judah Leib, su jmberlin.de. URL consultato il 15 aprile 2017.
  5. ^ (EN) Bella Nathan Ellrich, su hohenemsgenealogie.at. URL consultato il 15 aprile 2017.
  6. ^ a b c (EN) Glückel of Hameln, su jhom.com. URL consultato il 15 aprile 2017.
  7. ^ a b Natalie Zemon Davis, Women on the margins: Three Seventeenth-Century Lives, Cambridge, Massachusetts, Harvard University Press, 1995.
  8. ^ a b (EN) Chava Turniansky, Glueckel of Hameln, su Jewish Women's Archive. URL consultato il 15 aprile 2017.

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