Gran Premio motociclistico di Germania 1991

Bandiera della Germania GP di Germania 1991
470º GP della storia del Motomondiale
6ª prova su 15 del 1991
Data 26 maggio 1991
Nome ufficiale Großer Preis von Deutschland für Motorräder
Luogo Hockenheimring
Percorso 6,792 km
Risultati
Classe 500
425º GP nella storia della classe
Distanza 18 giri, totale 122,256 km
Pole position Giro veloce
Bandiera dell'Australia Mick Doohan Bandiera degli Stati Uniti Kevin Schwantz
Honda in 2'00.362 Suzuki in 1'59.846
(nel giro 11 di 18)
Podio
1. Bandiera degli Stati Uniti Kevin Schwantz
Suzuki
2. Bandiera degli Stati Uniti Wayne Rainey
Yamaha
3. Bandiera dell'Australia Mick Doohan
Honda
Classe 250
432º GP nella storia della classe
Distanza 15 giri, totale 101,880 km
Pole position Giro veloce
Bandiera della Germania Helmut Bradl Bandiera della Germania Helmut Bradl
Honda in 2'06.934 Honda in 2'06.725
Podio
1. Bandiera della Germania Helmut Bradl
Honda
2. Bandiera della Spagna Carlos Cardús
Honda
3. Bandiera dei Paesi Bassi Wilco Zeelenberg
Honda
Classe 125
404º GP nella storia della classe
Distanza 14 giri, totale 95,088 km
Pole position Giro veloce
Bandiera dell'Italia Loris Capirossi Bandiera dell'Italia Loris Capirossi
Honda in 2'20.304 Honda in 2'20.257
Podio
1. Bandiera della Germania Ralf Waldmann
Honda
2. Bandiera dell'Italia Loris Capirossi
Honda
3. Bandiera della Svizzera Heinz Lüthi
Honda
Classe sidecar
Distanza 14 giri, totale 95,088 km
Pole position Giro veloce
Bandiera del Regno Unito Webster - Simmons Bandiera dei Paesi Bassi Streuer - Essaff
LCR - Krauser in 2'10.006 LCR - Krauser in 2'10.444
Podio
1. Bandiera della Germania Bohnhorst - Hiller
LCR - Krauser
2. Bandiera della Francia Michel - Birchall
LCR - Krauser
3. Bandiera della Svizzera Biland - Waltisperg
LCR - Honda

Il Gran Premio motociclistico di Germania 1991 è stato la sesta prova del motomondiale del 1991. Questa è la 55ª edizione della storia di questo Gran Premio, 40ª valevole come prova del motomondiale.

La gara della classe 500 viene vinta da Kevin Schwantz grazie ad un sorpasso all'ultimo giro su Wayne Rainey, con i due piloti statunitensi che giungono sul traguardo staccati di soli 16 millesimi. Terzo si posiziona Mick Doohan, staccato di quasi nove secondi dai due piloti che si sono contesi la vittoria. La classifica mondiale vede Doohan confermarsi al primo posto con 106 punti, secondo Rainey con 94, mentre con i 20 punti della vittoria, Schwantz sale al terzo posto della graduatoria iridata con 75 punti.[1][2]

A causa della mancata partenza di Jean-Philippe Ruggia e Alex Barros, entrambi infortunatisi in una caduta durante le prove, e la mancata qualifica di quattro piloti, sono stati solo quindici i partecipanti alla gara della classe 500, di questi solo quattordici hanno tagliato il traguardo, pertanto non viene assegnato il punto spettante al 15º posto.[3]

Vittoria di Helmut Bradl nella classe 250, con il pilota tedesco che ha rifilato pesanti distacchi ai suoi inseguitori, con Carlos Cardús secondo a oltre 13 secondi di distacco, e Wilco Zeelenberg terzo a 14 secondi. Giunge quarto Luca Cadalora (primo gara stagionale dove non sale sul podio), il pilota italiano ha corso questa gara in difficoltà fisica, a causa di una caduta nelle prove di qualificazione, nella quale si è procurato la frattura dell'apofisi di una vertebra lombare. Proprio Cadalora viene fatto bersaglio di insulti e contestazioni da parte dei tifosi tedeschi, tali comportamenti sono da far risalire alle polemiche che scaturirono nel post-gara del GP d'Italia tra lo stesso Cadalora ed il tedesco Bradl. Proprio per stemperare tale clima, il direttore di gara ha convinto i due piloti a stringersi la mano prima della partenza del GP. Inalterate le posizioni in graduatoria piloti, con Cadalora che rimane in testa con 110 punti, secondo Bradl con 91, e Cardús terzo con 82.[1][2]

Nella classe 125 si è registrata la prima vittoria in una gara del motomondiale per Ralf Waldmann, secondo posto per Loris Capirossi (per il pilota italiano si tratta del quinto podio in cinque gare stagionali corse), con lo svizzero Heinz Lüthi in terza posizione. Caduto Fausto Gresini dopo un contatto in gara con Capirossi, non presente Noboru Ueda (ancora convalescente dopo l'infortunio al GP d'Italia), Capirossi si porta in prima posizione nel mondiale con 84 punti, Gresini scende al secondo posto (fermo a 71 punti), mentre con la vittoria (e i relativi 20 punti derivanti) si porta al terzo posto Waldmann con 56 punti.[1][2]

Così come accaduto nelle classi di maggiore cilindrata, anche nella "classe minore" vi furono molti piloti coinvolti in cadute, tra questi coloro che ne hanno tratto peggiori conseguenze furono: Ezio Gianola (frattura di due metatarsi del piede destro e dello scafoide della mano destra), Koji Takada e Taru Rinne (commozione cerebrale).[3]

La gara della classe sidecar è stata vinta dall'equipaggio composto dai tedeschi Ralph Bohnhorst e Bruno Hiller, per loro si tratta della prima vittoria nel motomondiale. L'equipaggio Webster - Simmons (vincitori delle prime tre gare stagionali), nonostante il ritiro in questa gara, si mantiene in testa al mondiale con 60 punti, si portano in seconda posizione Bohnhorst e Hiller con 45 punti, con Biland - Waltisperg terzi a 41.[4]

Con le vittorie nelle classi 125, 250 e sidecar, i piloti tedeschi vincono tre delle quattro gare del GP di Germania.

In occasione di questo fine settimana di gara, la Federazione Motociclistica Internazionale, nella persona del suo presidente Jos Vaessen, annuncia la cancellazione del Gran Premio di Jugoslavia (a causa della crisi politica nel paese balcanico) e la sua sostituzione con una prova da correre sul circuito di Jarama.[2]

  1. ^ a b c Giancarlo Di Filippo, In Germania c'è poca gloria per gli italiani, su archiviolastampa.it, 27 maggio 1991, p. 14.
  2. ^ a b c d Carlo Braccini, Caduta in famiglia (PDF), su archiviostorico.unita.it, 27 maggio 1991, p. 28 (archiviato dall'url originale il 17 agosto 2016).
  3. ^ a b (ES) Domenc Garcia, Hockenheim:todos al suelo (PDF), su hemeroteca.mundodeportivo.com, 26 maggio 1991, p. 46.
  4. ^ (FR) Francis Dubois, A L'IMPOSSIBLE, SCHWANTZ EST TENU, su archives.lesoir.be, 27 maggio 1991, p. 29.

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