Grande incendio di Londra incendio | |
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Il grande incendio di Londra del 1666 | |
Data inizio | 2 settembre 1666 |
Data fine | 6 settembre 1666 |
Luogo | Londra |
Stato | Inghilterra |
Coordinate | 51°30′56.52″N 0°05′31.56″W |
Causa | Incendio al forno di Thomas Farrinor |
Conseguenze | |
Morti | 6 |
Feriti | 23000 |
Dispersi | 300 |
Sfollati | 70 000-80 000 |
Beni distrutti |
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Mappa di localizzazione | |
Il centro di Londra nel 1666; in rosa la parte della città andata distrutta nell'incendio | |
Il grande incendio di Londra fu un incendio che si propagò nella Città di Londra dal 2 al 6 settembre 1666[1] (12-16 settembre, secondo il calendario gregoriano), distruggendola in gran parte. Prima di allora la stessa definizione di "grande incendio" fu utilizzata per un altro grande incendio che nel 1212 aveva distrutto una gran parte della città.
L'incendio del 1666 fu una delle più grandi calamità nella storia di Londra. Distrusse 13.200 abitazioni, 87 chiese parrocchiali, 6 cappelle, 44 Company Hall, la Royal Exchange, la dogana, la cattedrale di Saint Paul, la Guildhall, il Bridewell Palace e altre prigioni cittadine, la Session House, quattro ponti sul Tamigi e sul Fleet, e tre porte della città[2]. Il numero di vite perse nell'incendio è ignoto, anche se la tradizione storica lo ritiene ridotto.
L'incendio ebbe profonde conseguenze sulla storia di Londra, anche dal punto di vista sanitario poiché per effetto della morte dei ratti che ne propagavano l'epidemia determinò la fine della grande peste di Londra[3]. Enormi furono le conseguenze anche sull'urbanistica della città, ridisegnata per intero a opera di Christopher Wren, Robert Hooke, e Samuel Pepys per volere di Carlo II d'Inghilterra.
Preziose testimonianze sull'aspetto di Londra prima dell'incendio ci sono state tramandate dall'incisore ceco Wenceslaus Hollar.
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