Guerra dell'Aquila

Guerra dell'Aquila
parte della guerra di successione napoletana (1420-1424)
Andrea Fortebraccio e Jacopo Caldora si fronteggiano con i loro rispettivi eserciti sotto le mura dell'Aquila, davanti alla Porta Barete
Data7 maggio 1423[1] – 5 giugno 1424
LuogoAbruzzo Ulteriore e Citeriore
Casus belliRifiuto della città dell'Aquila di accettare Andrea Fortebraccio come connestabile degli Abruzzi
EsitoSconfitta dell'esercito braccesco
Schieramenti
Bracceschi Aquilani Lega
Comandanti
Effettivi
6 000 soldati e 3 200 cavalieri[4]19 000 (l'intera popolazione, compresi donne e bambini)[5]10 000 soldati (5 000 milanesi, 3 000 pontifici e 2 000 napoletani)[2] e 3 360 cavalieri[3]
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La guerra dell'Aquila fu un conflitto armato del XV secolo che iniziò come uno scontro tra Braccio da Montone e la città aquilana ma che divenne poi interesse di tutta la penisola italiana, coinvolgendo le forze del Ducato di Milano, della Repubblica di Firenze, dello Stato della Chiesa e del Regno di Napoli. Grazie al papa Martino V diventò una guerra di religione, poiché la scomunica di Fortebraccio aveva dato l'inizio ad una "crociata contro lo scomunicato".[6]

  1. ^ Niccolò da Borbona, LVII; Pansa 1902, III, 61.
  2. ^ Milli 1979, XII, 203.
  3. ^ Milli 1979, XII, 216.
  4. ^ Milli 1979, XII, 193.
  5. ^ Milli 1979, XII, 227.
  6. ^ Milli 1979, XII, 201.

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