Hijra (subcultura)

Hijra per le strade di Calcutta in mezzo alla popolazione.

Hijra[1] è uno dei termini maggiormente utilizzati nella cultura dell'Asia meridionale - ma soprattutto in India - per riferirsi a quelle persone che si considerano come transgender o transessuali[2][3]. In altre regioni le persone transgender sono note anche come Aravani, Aruvani o Jagappa[4].

In Pakistan gli Hijra si possono identificare col genere maschile o femminile ma anche come un terzo genere. Qui il termine più comunemente usato dagli operatori sociali e membri della comunità transgender è khwaaja Sira (in lingua urdu خواجه سرا) ed è in grado d'identificare l'individuo come una persona transessuale, transgender (khusras), cross-dresser (zenanas) o eunuco (narnbans)[5][6].

Gli hijra hanno una storia registrata nel subcontinente indiano sin dall'antichità, come suggerito anche dal Kāma Sūtra. Questa storia presenta una serie di ruoli ben noti all'interno delle culture del subcontinente, parte di un'identità di genere 'liminale' ed in parte una "sopravvivenza spirituale".

In Asia meridionale, molti degli hijra vivono in ben definite ed organizzate comunità, guidate da un guru[7][8]; queste si sono sostenute di generazione in generazione "adottando" giovani ragazzi che sono stati respinti, o che sono fuggiti, dalla loro famiglia di origine in quanto omosessuali[9]. Molti lavorano, per poter sopravvivere, nell'ambito della prostituzione maschile[10].

La parola " Hijra "è una commistione Urdu-Hindustana e deriva dalla radice semitica araba hjr nella sua accezione di "lasciare la propria tribù,"[11] ed è stato preso in prestito in Hindi. L'uso indiano è stato tradizionalmente tradotto in inglese come "eunuchi" o "ermafrodita", dove "l'irregolarità dei genitali maschili è fondamentale per la definizione"[12]. Tuttavia, in generale gli hijra sono nati con fisiologia tipicamente maschile, solo pochi essendo nati con variazioni riconducenti all'intersessualità[13]. Alcuni Hijras subiscono un rito di iniziazione nella comunità chiamato nirwaan, che si riferisce alla rimozione di pene, testicoli e scroto[10].

Dalla fine del XX secolo, alcuni attivisti Hijra e delle organizzazioni non governative (ONG) occidentali hanno fatto pressioni per ottenere il riconoscimento ufficiale della comunità hijra come una sorta di "terzo sesso" o "terzo genere", come creature che non sono né uomo né donna[14]: sono riusciti ad avere il successo sperato ed ottenuto questo riconoscimento in Bangladesh con la priorità in materia di istruzione ed eleggibilità politica[15]. In India, la Corte Suprema nell'aprile 2014 ha riconosciuto le persone transgender come 'terzo sesso' in un'apposita legge[16][17][18].

Nepal, Pakistan, India e Bangladesh hanno tutti legalmente riconosciuto l'esistenza di un terzo genere, anche per quanto riguarda il passaporto e gli altri documenti ufficiali[19].

  1. ^ In lingua kannada chhakka (Bambaiya Hindi), ਖੁਸਰਾ khusra (in lingua punjabi), kojja (in lingua telugu) e ombodhu (Nella lingua tamil di Madras)
  2. ^ Mansi Choksi, The Ties that Bind Transgendered Communities, The New York Times, 19 dicembre 2013. URL consultato il 7 febbraio 2014.
  3. ^ Lesbian, Gay, Bisexual and Transgender Communities in India, Angloinfo; the Global Expat Network INDIA. URL consultato il 7 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 20 febbraio 2014).
  4. ^ Preeti Sharma, Historical Background and Legal Status of Third Gender in Indian Society (PDF), 2012 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2014).
  5. ^ Awareness about sexually transmitted infections among Hijra sex workers of Rawalpindi/Islamabad (PDF) [collegamento interrotto], in Pakistan Journal of Public Health, 2012.
  6. ^ A Second Look at Pakistan’s Third Gender, Positive Impact Magazine. URL consultato il 2 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale l'8 gennaio 2014).
  7. ^ "The most significant relationship in the hijra community is that of the guru (master, teacher) and chela (disciple)." Serena Nanda, " The hijras of India.: Cultural and Individual Dimensions of an Institutionalized Third Gender Role", Journal of Homosexuality 11 (1986): 35–54.
  8. ^ "Hijras are organized into households with a hijra guru as head, into territories delimiting where each household can dance and demand money from merchants". L Cohen, "The Pleasures of Castration: the postoperative status of hijras, jankhas and academics", in Paul R. Abramson, Steven D. Pinkerton (eds), Sexual Nature, Sexual Culture., (University of Chicago Press, 1995).
  9. ^ "None of the hijra narratives I recorded supports the widespread belief in India that hijras recruit their membership by making successful claims on intersex infants. Instead, it appears that most hijras join the community in their youth, either out of a desire to more fully express their feminine gender identity, under the pressure of poverty, because of ill treatment by parents and peers for feminine behaviour, after a period of homosexual prostitution, or for a combination of these reasons." RB Towle, and LM Morgan, "Romancing the Transgender Native: Rethinking the Use of the 'Third Gender' Concept", in S. Stryker and S. Whittle (eds), Transgender Studies Reader, (Routledge, 2006), p. 116.
  10. ^ a b Nanda, S. "Hijras: An Alternative Sex and Gender Role in India (in Herdt, G. (1996) Third Sex, Third Gender: Beyond Sexual Dimorphism in Culture and History. Zone Books.)
  11. ^ "hjr (main meanings): a) to break with, leave, forsake, renounce, emigrate, flee" Lahzar Zanned, "Root formation and polysemic organization", in Mohammad T. Alhawary and Elabbas Benmamoun (eds), Perspectives on Arabic linguistics XVII-XVIII: papers from the Seventeenth and Eighteenth Annual Symposia on Arabic Linguistics, (John Benjamins, 2005), p. 97.
  12. ^ Serena Nanda, Neither Man nor Woman: The Hijras of India, (1999).
  13. ^ "Among thirty of my informants, only one appeared to have been born intersexed." Serena Nanda, "Deviant careers: the hijras of India", chapter 7 in Morris Freilich, Douglas Raybeck and Joel S. Savishinsky (eds), Deviance.: anthropological perspectives, (Greenwood Publishing, 1991).
  14. ^ Anuja Agrawal, "Gendered Bodies: The Case of the 'Third Gender' in India", Contributions to Indian Sociology [new series] 31 (1997): 273–97.
  15. ^ Mohosinul Karim, Hijras now a separate gender, in Dhaka Tribune, 11 novembre 2013. URL consultato l'11 novembre 2013 (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2013).
  16. ^ India recognises transgender people as third gender, in The Guardian, 15 aprile 2014. URL consultato il 15 aprile 2014.
  17. ^ Terrence McCoy, India now recognizes transgender citizens as ‘third gender’, in Washington Post, 15 aprile 2014. URL consultato il 15 aprile 2014.
  18. ^ Supreme Court recognizes transgenders as 'third gender', in Times of India, 15 aprile 2014. URL consultato il 15 aprile 2014.
  19. ^ Julfikar Ali Manik and Ellen Barry, "A Transgender Bangladeshi Changes Perceptions After Catching Murder Suspects", New York Times, April 3, 2015.

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