La frase latina ibis, redibis non morieris[1] in bello (Alberico delle Tre Fontane, Chronicon) è, tradizionalmente, il responso dato dalla Sibilla a un soldato andato a consultare l'oracolo sull'esito della propria missione. La frase, come tutti i responsi oracolari, è volutamente ambigua ("sibillina", appunto) e offre una duplice interpretazione. Aggiungendo della punteggiatura (che in latino non veniva usata) si può risolvere l'ambiguità in un modo o in un altro:
La locuzione è anche diffusa nella forma ibis redibis numquam peribis, ovvero "andrai tornerai non morirai". Nel linguaggio moderno, l'espressione "essere un ibis redibis" si utilizza nel caso di documenti ufficiali, circolari, decreti e leggi che risultino oscuri, ambigui, cavillosi e fuorvianti.