Icilio Vanni

Icilio Vanni e firma autografa

Icilio Vanni (Città della Pieve, 1855Roma, 1903) è stato un filosofo e sociologo italiano. Iniziò la carriera accademica come docente di storia del diritto presso l'Università di Perugia nel 1877 e successivamente fu insegnante di Filosofia del diritto a Parma (1889), Bologna (1893) e Roma (1889-1903)[1]

Tra i primi rappresentanti e fondatori del positivismo sociologico in Italia, il suo pensiero si ispira a Immanuel Kant e agli autori principali del positivismo del XIX secolo e a lui si deve anche una originale lettura "positivista" della dottrina storicistica di Giambattista Vico[2]. Il suo è stato definito un "positivismo critico" che vuole distinguere cioè tra le scienze del diritto dalla filosofia del diritto contestando e rifiutando l'assimilazione positivista di quest'ultima con la morale e la sociologia, dottrina nata nell'ambito del positivismo, verso la quale egli ebbe un interesse particolare cercando di teorizzarne il carattere scientifico differenziandola però sia dall'evoluzionismo che dalla biologia.

Vanni considerò essenziale l'autonomia teorica della norma giuridica dai rapporti con gli aspetti storici-etnografici delle istituzioni giuridiche. Egli è convinto che la filosofia del diritto debba avere la funzione pratica di definire i fini dell'azione umana nella società. In questo modo Vanni ribadiva l'impostazione criticista kantiana del suo pensiero che acquistava toni metafisici criticati dal positivismo ortodosso che lo accusò di eclettismo.

  1. ^ Biografia in Scuola Normale Superiore di Pisa, su picus.unica.it. URL consultato il 3 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 15 giugno 2018).
  2. ^ G. Marino, Positivismo e giurisprudenza, Napoli 1896, pp.59-60

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