Idratazione cutanea

Gradiente idrico dell'epidermide, contenuto di acqua nei diversi strati dell'epidermide

Si definisce idratazione cutanea il contenuto di acqua dei tessuti cutanei.

Mentre nel derma, che è vascolarizzato, il contenuto di acqua è omogeneo ed analogo a quello corporeo, circa 70%, nell'epidermide, dove l'acqua penetra per diffusione dal derma sottostante, il contenuto di acqua varia da un 70% circa nello strato basale ad un 20% circa nello strato corneo. Un'idonea concentrazione di acqua ha implicazioni con l'apparenza e le caratteristiche meccaniche della pelle. Ha anche funzioni di segnale cellulare, rende plastico lo strato corneo, partecipa ai processi proliferativi e di differenziazione dell'epidermide, partecipa a reazioni enzimatiche e contribuisce alla formazione del mantello acido e della barriera cutanea.[1][2][3][4][5][6]

Le molecole d'acqua del derma sono legate in parte alle proteine, in particolare al collagene, ed ai glicosaminoglicani, in particolare l'acido ialuronico. La percentuale di acqua libera, non legata, nel derma è maggiore in caso di edema. Nell'epidermide l'acqua penetra e si diffonde dal derma sottostante e dall'esterno. La bassa permeabilità all'acqua, nello stato liquido e gassoso, dello strato corneo riduce la perdita di acqua, dall'interno verso l'esterno, chiamata TEWL, ma anche la penetrazione di acqua dall'esterno verso l'interno. L'idratazione dell'epidermide è influenzata dalla temperatura ed umidità esterne[7][8][9], ma una corretta idratazione dell'epidermide e dello strato corneo è possibile solo se l'apporto di acqua dal derma è sufficiente a bilanciare la TEWL . L'entità della TEWL dipende dalla permeabilità dello strato corneo. Più questa è alta, come nei casi di cute lesa o barriera insufficiente, maggiore è la perdita d'acqua transepidermica e conseguentemente minore è la ritenzione idrica nei tessuti cutanei. Nell'epidermide l'acqua può essere legata oltre che alle sostanze a cui si lega nel derma a sostanze idrofile a basso peso molecolare prodotte da processi di degradazione, anche enzimatica, delle proteine nello strato corneo. L'insieme di queste sostanze è stato chiamato fattore naturale di idratazione o NMF dall'inglese natural moisturizing factor.

  1. ^ Scott IR, Harding CR. Filaggrin breakdown to water binding compounds during development of the rat stratum corneum is controlled by the water activity of the environment. Dev Biol. 1986. 115(1):84–92.
  2. ^ Tsukahara K, Hotta M, Fujimura T, Haketa K, Kitahara T. Effect of room humidity on the formation of fine wrinkles in the facial skin of Japanese. Skin Res Technol. 2007. 13(2):184–8.
  3. ^ Imokawa G, Takema Y. Fine wrinkle formation, etiology and prevention. Cosmet Toiletries. 1993. 108:65–77.
  4. ^ Blank IH. Cutaneous barriers. J Invest Dermatol. 1965. 45(4):249–56.
  5. ^ Fore-Pflinger J. The epidermal skin barrier: Implications for the wound care practitioner, Part I. Adv Skin Wound Care. 2004. 17:417–25.
  6. ^ Denda M, Sato J, Tsuchiya T, Elias P, Feingold K. Low humidity stimulates epidermal DNA synthesis and amplifies the hyperproliferative response to barrier disruption: Implication for seasonal exacerbations of inflammatory dermatoses. J Invest Dermatol. 1998. 111(5):873–8.
  7. ^ Tagami H, Kobayashi H, Zhen XS, Kikuchi K. Environmental effects on the functions of the stratum corneum. J Invest Dermatol Symp Proc. 2001. 6(1):87–94.
  8. ^ Egawa M, Oguri M, Kuwahara T, Takahashi M. Effect of exposure of human skin to a dry environment. Skin Res Technol. 2002. 8(4):212–8.
  9. ^ Declercq L, Muizzuddin N, Hellemans L, Van Overloop L, Sparacio R, Marenus K, Maes D. Adaptation response in human skin barrier to a hot and dry environment . J. Invest Dermatol. 2002. 119:716.

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