Il settimo sigillo (titolo orig. Det sjunde inseglet) è un film svedese in bianco e nero del 1957, scritto e diretto da Ingmar Bergman. Ambientato in Svezia durante la Peste Nera, racconta il viaggio di un cavaliere medievale (Max von Sydow) e della partita di scacchi che egli gioca con la Morte in persona (Bengt Ekerot), giunta a strappargli la vita. Bergman sviluppò il film adattandolo dalla sua pièce teatrale Pittura su legno (Trämålning), scritta nel 1955 per la sua compagnia di attori teatrali. Il titolo del film è tratto da un passaggio dell'Apocalisse di Giovanni (8, I), usato sia all'inizio e nuovamente verso la fine, iniziando colle parole: «Quando l'Agnello aperse il Settimo Sigillo, nel cielo si fece un silenzio di circa mezz'ora e vidi i sette angeli che stavano dinnanzi a Dio e furono loro date sette trombe». Qui, il motivo del silenzio si riferisce al "silenzio di Dio", il quale é il principale tema del film.
Presentato in concorso al 10º Festival di Cannes, il film vinse il Premio Speciale della Giuria, ex aequo con I dannati di Varsavia di Andrzej Wajda.[1]
Considerato unanimemente un classico del cinema mondiale, oltreché uno dei più grandi film di tutti i tempi, esso impose Bergman come regista di grandezza internazionale, le cui scene sono diventate leggendarie, oggetto di studi critici, analisi e pure parodie.