Indie occidentali | |
---|---|
Stati | Giamaica Cuba Haiti Rep. Dominicana Antigua e Barbuda Dominica Saint Kitts e Nevis Barbados Grenada Saint Lucia Saint Vincent e Grenadine Trinidad e Tobago Bahamas e molti territori dipendenti |
Lingue | spagnolo, inglese, francese, olandese, molte lingue indigene |
Fusi orari | UTC-4, UTC-5 |
Con il termine Indie occidentali gli europei del XV secolo indicavano quell'insieme di isole nel continente americano collocate fra la Florida e il Venezuela e comprese fra il Mar dei Caraibi, il Golfo del Messico e l'Oceano Atlantico,[1] dove arrivarono alla fine del secolo navigatori spagnoli, guidati dall'italiano Cristoforo Colombo, e portoghesi.
Il termine veniva usato in contrapposizione a quello di "Indie orientali", che indicava invece il sud-est asiatico. All'epoca le conoscenze geografiche erano limitate alle terre fino ad allora raggiunte dagli europei e quindi viaggiando per mare verso occidente si pensava di poter arrivare alla costa orientale dell'India allora conosciuta soltanto attraverso i viaggi via terra.
Soltanto nel secolo successivo, con le imprese di Ferdinando Magellano, si comprese che i territori raggiunti erano un nuovo continente ovvero il Continente americano. Il primo a intuire che quelle terre non erano l'Oriente ma un altro continente fu nel 1507 il fiorentino Amerigo Vespucci con le sue esplorazioni lungo le coste del Brasile e dell'Argentina. Il toponimo America nasce proprio dal navigatore che per primo fornì una precisa descrizione del Continente americano.
Nonostante le esplorazioni di Magellano e Vespucci, il termine Indie Occidentali è comunque rimasto in uso per descrivere le isole caraibiche, così come altri territori come il Belize e le tre Guyane (Guyana, Suriname e Guyana francese). Un esempio dell'uso ufficiale moderno del termine è nella nazionale di cricket delle Indie Occidentali, una selezione che partecipa alle competizioni internazionali di tale sport.