Inquadratura

Nel cinema e in fotografia, l'inquadratura è la porzione di spazio fisico (un ambiente, un paesaggio, etc.) inquadrata dall'obiettivo della macchina da presa o della fotocamera. L'atto di inquadrare consente di delimitare con precisione lo spazio che sarà ripreso e al contempo di escludere tutto il resto (che rimarrà "fuori campo", ossia all'esterno del campo visivo dell'osservatore)[1][2].

Nel caso del cinema, essendo l'inquadratura protratta per un determinato periodo di tempo (la durata della ripresa), in fase di montaggio assume il significato di "unità di montaggio": è la porzione della ripresa che rimane integra, a seguito della decisione del montatore di non tagliarla. Le singole inquadrature, una volta montate nell'ordine voluto, formano le scene e le sequenze del film[3].

L'inquadratura cinematografica non si distingue solo in base alla distanza, all'altezza o all'angolazione di ripresa. Quando guardiamo un film, possiamo trovarci di fronte a inquadrature fisse (statiche) e a inquadrature in movimento (dinamiche).

  1. ^ Sklar, Robert. Film: An International History of the Medium. [London]: Thames and Hudson, [c. 1990]. p. 526..
  2. ^ inquadratura in Vocabolario - Treccani, su treccani.it. URL consultato il 15 febbraio 2022.
  3. ^ Ascher, Steven, and Edward Pincus. The Filmmaker's Handbook: A Comprehensive Guide for the Digital Age. New York: Plume, 1999. p. 214..

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