1 600 000 soldati[5][6] 500 tra cannoni d'assalto e corazzati[7] 2 000 velivoli[8]
Perdite
Statunitensi: 62 704 perdite di cui 15 009 morti[9] Canadesi: 6 298 perdite di cui 1 482 morti[10] Britannici e Francesi sconosciute
Tra 265 000 e 400 000 vittime su tutti i fronti[11][12][13][14] 200 000 prigionieri (gennaio–marzo) 5 400 000 arresisi agli Alleati (aprile–giugno)[15]
L'invasione alleata della Germania fu l'insieme delle operazioni e manovre militari avvenute sul fronte occidentale della seconda guerra mondiale sul territorio della Germania occidentale. Da febbraio a maggio del 1945, gli Alleati organizzarono e misero in atto una serie di manovre con l'intento di attraversare il fiume Reno, dilagare in Germania e costringere i tedeschi alla resa. L'avanzata alleata, favorita dalla schiacciante superiorità di uomini e mezzi e dalla modesta resistenza delle residue truppe tedesche, si concluse con pieno successo con il congiungimento sulla linea dell'Elba con le forze dell'Armata Rossa che avevano concluso a loro volta la battaglia di Berlino e l'occupazione della Germania orientale.
^MacDonald (2005), p. 322. Sono incluse 25 divisioni corazzate e 5 aviotrasportate. In tutto furono impiegate 55 divisioni statunitensi, 18 britanniche, 11 francesi, 5 canadesi e una polacca, oltre a diverse brigate indipendenti. Una delle divisioni britanniche e uno dei corpi d'armata canadesi giunsero dall'Italia a campagna già cominciata.
^(EN) Tanks and AFV News, su tankandafvnews.com, 27 gennaio 2015. In questa intervista Steven Zaloga afferma che i carri armati e i cacciacarri statunitensi ammontavano a 11 000. Afferma inoltre che gli Stati Uniti componevano i 2/3 delle forze alleate totali.
^(EN) S. L. A. Marshall, On Heavy Artillery: American Experience in Four Wars", in Journal of the US Army War College. Nell'articolo viene riportato che le forze armate statunitensi sul fronte occidentale ("The ETO") potevano contare su 42 000 pezzi d'artiglieria, i 2/3 delle unità totali.
^Lo storico della Germana Ovest Burkhart Müller-Hillebrand (in Das Heer 1933–1945, Vol 3, pagina 262) stimò 265 000 morti per qualunque causa e 1 012 000 dispersi o prigionieri di guerra su tutti i fronti tra il 1º gennaio e il 30 aprile 1945.
^In MacDonald (1993), pagina 478, si afferma che "esclusi i prigionieri di guerra, tutte le vittime tedesche sul fronte occidentale dal D-Day alla fine del conflitto probabilmente coincidono con quelle alleate, o sono leggermente superiori". Viene inoltre riportato: "le uniche informazioni specifiche disponibili provengono dall'Oberbefehlshaber West per il periodo 2 giugno 1941 – 10 aprile 1945 come seguono: morti 80 819; feriti 265 526; dispersi 490 624; totali 836 969. (Del totale, 4 548 vittime si ebbero prima del D-Day). Si vedano i rapporti: Der Heeresarzt im Oberkommando des Heeres Gen St d H/Gen Qu, Az.: 1335 c/d (IIb) Nr.: H.A./263/45 g. Kdos. of 14 Apr 45 and 1335 c/d (Ilb) (nessuna data, ma prima della fine del 1945). Il primo è nell'OCMH X 313, un'istantanea di un documento contenuto nella cartella H 17/207 dell'armamento tedesco; l'ultimo nella cartella 0KW/1561 (OKW Wehrmacht Verluste). Questi dati riguardano solo l'Esercito, sono escluse quindi unità di terra della Luftwaffe e le Waffen-SS. Poiché raramente i tedeschi rimanevano in controllo del campo di battaglia in modo da poter verificare lo stato dei dispersi, una percentuale considerevole di questi probabilmente sono morti. Il ritardo nei rapporti potrebbe aver impedito alle stime di riflettere le pesanti perdite durante la corsa alleata al Reno nel marzo 1945 e di includere quelle nella sacca della Ruhr e in altre zone di combattimento nella Germania centrale".
^Lo storico militare Rüdiger Overmans (Deutsche militärische Verluste im Zweiten Weltkrieg, Oldenbourg, 2000, pp. 265-272) sostiene, basandosi su estrapolazioni da campioni statistici di rapporti militari tedeschi, che le forze armate tedesche subirono 1 230 045 morti nelle "Battaglie finali" su entrambi i fronti da gennaio a maggio 1945. Le stime sono riportate come seguono: 401 660 morti in combattimento, 131 066 morti per altre cause, 697 319 dispersi e presunti morti. Secondo Overmans, le stime sono calcolate al "todeszeitpunkt", il punto di morte (la fine della guerra), e ciò significa che tali perdite sono state subite tra gennaio e maggio 1945 (pp. 275, 279). Afferma inoltre che non ci sono dati sufficienti per dare un numero esatto alla stima di 1,2 milioni di morti negli scontri finali in Germania (p. 174). Dà però una stima complessiva delle vittime di guerra nelle forze armate in quel periodo, ossia 5,3 milioni di uomini; 4 milioni (75%) sul fronte orientale, 1 milione (20%) su quello occidentale e 500 000 (10%) su altri teatri. Fino al dicembre 1944, le perite a occidente erano state di 340 000 uomini, quindi tra il gennaio e il maggio 1945 le vittime tedesche potrebbero essere state tra le 400 000 e le 600 000 (p. 265).
^(DE) p. 273 Rüdiger Overmans, Soldaten hinter Stacheldraht. Deutsche Kriegs-gefangene des Zweiten Weltkrieges, Ullstein Taschenbuchvlg, 2002. Durante il periodo da gennaio a marzo 1945, i prigionieri di guerra finiti in mani alleati erano circa 200 000; tra aprile e giugno 1945 il numero crebbe fino a 5 440 000, a causa del gran numero di soldati che si arresero di spontanea volontà. Questo numero non include prigionieri di guerra che morirono o che furono rilasciati in quello stesso periodo.