John Brown (attivista)

Dagherrotipo di John Brown, ca. 1856

John Brown (Torrington, 9 maggio 1800Charles Town, 2 dicembre 1859) è stato un attivista statunitense, fautore dell'abolizionismo e dedito alla causa della Ferrovia Sotterranea, che sosteneva l'insurrezione armata come l'unico modo per eliminare la schiavitù.

Attirò per la prima volta l'attenzione su di sé quando guidò piccoli gruppi di volontari durante la crisi del Bleeding Kansas negli anni 1855-1860, insoddisfatto del pacifismo propugnato dal movimento abolizionista organizzato: "questi uomini parlano e basta, ciò di cui abbiamo bisogno è invece l'azione!". Nel maggio del 1856, assieme ai suoi sostenitori, uccise cinque coloni schiavisti nel massacro del Pottawatomie, risposta al saccheggio di Lawrence da parte delle forze favorevoli allo schiavismo. Brown poi comandò le forze degli anti-schiavisti nella battaglia di Black Jack (2 giugno) e nella battaglia di Osawatomie (30 agosto).

Nel 1859 condusse un'incursione all'arsenale di Harpers Ferry (un'armeria federale nell'odierna Virginia Occidentale) per avviare un movimento di liberazione tra gli schiavi; sequestrò dei civili, ma sette persone rimasero uccise e più di dieci ferite. Intendeva armare gli schiavi ma l'attacco fallì. Dopo 36 ore, gli uomini di Brown erano in parte fuggiti, in parte uccisi e in parte catturati, dopo scontri con agricoltori locali, truppe della milizia e dell'United States Marine Corps, guidati da Robert Edward Lee. Brown venne processato per tradimento contro il Commonwealth della Virginia, per l'omicidio di cinque persone e per incitazione alla rivolta degli schiavi locali; dichiarato colpevole, fu impiccato nel dicembre 1859[1].

Gli storici concordano sul fatto che la sua incursione di Harpers Ferry aumentò le tensioni che portarono alla secessione del Sud un anno dopo e alla guerra di secessione americana. Il raid di Brown catturò l'attenzione della nazione intera; i sudisti temettero che fosse solo il primo di molti "complotti nordisti" tesi a provocare una ribellione generale degli afroamericani, che avrebbe potuto mettere in pericolo le loro vite; i Repubblicani presero le distanze dall'incursione e affermarono che non avrebbero interferito con la schiavitù nel Sud.

Gli venne dedicata una canzone divenuta subito assai popolare, John Brown's Body, marcia e inno di battaglia informale delle truppe dell'Union Army durante la successiva guerra di secessione. Le tattiche utilizzate lo rendono ancora oggi una figura controversa. A volte viene ricordato come un eroe e un visionario, talvolta invece vilipeso come un pazzo e un terrorista[2].

Lo storico James William Loewen esaminò i libri di testo della storia degli Stati Uniti d'America e notò che gli studiosi lo consideravano perfettamente sano di mente fino al 1890 circa, per poi essere generalmente ritratto come folle dal quel momento in poi fino a circa il 1970[3].

La firma autografa del capitano Brown.
  1. ^ Territorial Kansas Online: John Brown (1800-1859)
  2. ^ Ken Chowder. "The Father of American Terrorism". American Heritage. Febbraio/marzo 2000.
  3. ^ James Loewen, Lies My Teacher Told Me (New York: The New Press 1995, 2007) pp. 173-203

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