Jonathan Jay Pollard (Galveston, 7 agosto1954), nato Jonathan Polanski, è un cittadino statunitense di origine ebraica ed ex analista dei servizi di intelligence della Marina Militare arrestato il 21 novembre 1985 e condannato all'ergastolo per spionaggio a favore d'Israele.
È stato il primo statunitense condannato all'ergastolo per aver comunicato segreti ad un alleato degli USA.[1]
A sua discolpa, Pollard disse che aveva fatto spionaggio solo perché "il sistema di intelligence americano nel suo complesso aveva messo in pericolo la sicurezza di Israele sottacendo informazioni cruciali".[2] Le autorità israeliane, i gruppi attivisti statunitense-israeliani, ed alcuni politici USA cui la sua condanna appariva ingiusta fecero continue pressioni per ottenere la commutazione o la riduzione della sua sentenza.[3] Il governo israeliano riconobbe una parte del ruolo svolto nell'attività spionistica di Pollard nel 1987, e avanzò scuse formali agli USA,[4] ma fino al 1988 non ammise di averlo pagato. Nel corso della sua detenzione, Israele tentò più volte infruttuosamente di ottenere il suo rilascio, attraverso sia canali ufficiali, sia ufficiosi.[5]
Gli fu conferita la cittadinanza israeliana nel 1995.[6] Sebbene Benjamin Netanyahu sostenesse che Pollard aveva lavorato solo per Israele,[7] egli ammise di aver proposto i suoi servigi — talora anche con successo — ad altri Paesi.[8]
Ad opporsi ad ogni forma di clemenza erano molte autorità politiche USA in carica o pregresse, tra cui Donald Rumsfeld, Dick Cheney, l'ex direttore CIA George Tenet; alcuni ex Segretari alla difesa USA; un gruppo super partes di leader del Congresso; e membri della comunità di intelligence USA.[9][10][11][12] Sostenevano che il danno alla sicurezza nazionale USA arrecato dallo spionaggio di Pollard fosse molto più grave, vasto, e duraturo di quanto conosciuto dall'opinione pubblica.
Sebbene Pollard affermasse di aver fornito ad Israele solo informazioni necessarie alla sua sicurezza, i suoi critici dichiararono che non c'era modo di sapere cosa Israele avesse ricevuto attraverso scambi legittimi, e che molti dati da lui compromessi non avevano a che fare con la sicurezza di Israele. Pollard rivelò aspetti del processo di raccolta di intelligence USA, i loro "fonti e metodi".[13] Pollard vendette numerosi segreti in materie molto sensibili, tra cui il manuale NSA in dieci volumi su come gli USA raccolgono le loro informazioni SIGINT, e rivelò i nomi di migliaia di persone che avevano cooperato con organi di intelligence USA.[11]
Il 20 novembre 2015 Pollard è stato rilasciato in libertà condizionale dopo 30 anni, in ossequio alle linee guida federali in vigore al momento della sua condanna.[14] Il 20 novembre 2020 terminò il periodo di libertà condizionale e caddero tutte le restrizioni.[15] Il 30 dicembre 2020 Pollard e la sua seconda moglie si trasferirono in Israele; attualmente vivono a Gerusalemme.[16][17]
^The Jonathan Pollard Case, su crimelibrary.com. URL consultato il 14 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 10 gennaio 2008).
«At the same time, Pollard and his key spokesman have continuously declared that he committed espionage only because the American intelligence establishment collectively endangered Israel's security by withholding crucial information. This has motivated the senior intelligence community to energetically oppose early release for Pollard. I»
«The roster of the renowned passionately advocating for Pollard's release … includes every Israeli Prime Minister since the crime, from Yitzhak Rabin to Ariel Sharon»
«"Contrary to perfidious rumors about his manner," remembers Netanyahu in a telephone interview, "Pollard was absolutely clear and in control—both intellectually and emotionally. Remember, he did not work for anyone but Israel, yet continues in jail after 17 years. However, others did work for other countries, and they were set free long ago. A great injustice has been perpetrated by keeping Pollard endlessly in jail."»
«Virtually the entire U.S. intelligence and defense establishment, with CIA director George Tenet acting as point man, want Pollard to rot in jail forever.»
^ab Seymour Hersh, The Traitor, in The New Yorker, 18 gennaio 1999, pp. 26–33. URL consultato il 26 dicembre 2012.