Khalid al-Qasri

Khālid ibn ʿAbd Allāh ibn Asad al-Qasrī (in arabo خالد بن عبدالله القسري?; Damasco, ... – 743) è stato un politico arabo e Wali di Mecca e di Kufa, nonché un esponente di spicco kalbita.

Khālid b. ʿAbd Allāh al-Qasrī fu uno dei più abili governatori al servizio della dinastia omayyade di Siria, iscritto nella migliore tradizione che aveva già garantito amministratori capaci come Ziyād b. Abīhi a Muʿāwiya b. Abī Sufyān e al-Ḥajjāj b. Yūsuf ad ʿAbd al-Malik ibn Marwān.

Resse con abilità il Governatorato di Mecca e poi, tra il 724 e il 738, quello di Kufa (da cui dipendeva allora la Persia già conquistata e quella in cui seguitavano ad agire gli eserciti siriani per la definitiva sottomissione di quel grande, popoloso e ricchissimo paese).
Fu quindi una fondamentale pedina della politica del Califfo Hishām b. ʿAbd al-Malik, che dovette affrontare uno sfiancante impegno militare sia in Maghreb contro l'elemento indigeno berbero, sia nell'area caspica contro i Cazari, sia nell'Oriente islamico, contro l'elemento persiano, tutt'altro che arrendevole nei confronti della politica assimilatrice degli Omayyadi, senza trascurare le insurrezioni d'impronta religiosa, suscitate dallo stesso elemento arabo filo-alide e dai soliti kharigiti.
Assicurò tutto il suo sostegno politico alle tribù yemenite nel loro conflitto contro i Qaysiti che avevano dominato l'amministrazione dell'Iraq e dell'Oriente islamico sotto il suo predecessore (e che seguitarono a farlo anche sotto il suo successore), mostrando un'apprezzabile tolleranza nei confronti dei cristiani e persino degli atei (zindiq[1]). A seguito del suo allontanamento fu imprigionato per due volte e torturato dal suo successore, morendo per le ferite riportate nel 743.

  1. ^ Da notare che con il termine zindiq i cronisti indicavano però spesso i mazdei.

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